Si può dire che i libri della Bibbia inizino e terminino con un riferimento al coprirsi e poi allo scoprire. La coppia primigenia, cacciata nel mondo del pressapoco e del perlopiù, avverte di essere nuda e si veste. È una lunga storia, una lunga vertigine e un lungo cambio di guardaroba quello che rimbalza nel corso dei millenni per arrivare ad un simbolico futuro dove una donna vestita di sole si fa portatrice di un annuncio, appunto, apocalittico. Fra il nascondersi nel pudore e il rivelarsi come luce tutta una vicenda di vesti si dipana.In fondo sono le vesti a fare le storie. Non solo quelle, inesistenti, del re nudo, ma anche quelle, preziose o consunte, degli uomini.Nella Bibbia molti episodi sono ritmati dal prendere una veste, dall'assumerne un'altra, dal togliersi le vesti, dall'afferrarle. Ce ne sono due che mi piacciono particolarmente. Hanno a che fare con un mantello.
Il primo riguarda il passaggio di consegne tra due profeti, Elia ed Eliseo. In un episodio che ricorda e anticipa, per certi versi, l'incontro di Gesù con Simone, Elia si fa incontro ad Eliseo, che sta arando i campi della famiglia, e gli getta addosso il suo mantello. Si tratta, letteralmente, di un'investitura. Non dev'essere facile essere l'allievo di qualcuno (qualcuno che se ne va facendosi rapire in cielo da un cocchio infuocato, per giunta). Ancor più complicato dev'essere diventarlo in questo modo, che implica lo sforzo di mettersi, fisicamente, nei panni di un altro.Il secondo è legato ad un miracolo un po' curioso di Gesù. Una donna che soffre di emorragia gli si avvicina di nascosto e gli tocca il mantello. Istantaneamente la donna guarisce. Gesù (nella versione di Marco e Luca), sente una forza che esce da lui, si volta e vede che cosa è successo. È un miracolo curioso perché è involontario, e perché Gesù sembra una sorta di Superman che non può controllare i suoi superpoteri. Ma è interessante anche per la frase che la donna pronuncia: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita." È un'affermazione semplice, che si presta però bene a funzionare come una metafora. La donna non chiede un tutto, ma una parte, non vuole, come una fan, appropriarsi del vestito del suo idolo, ma solo afferrarne un lembo. Un lembo del tutto, ed è pure sufficiente a salvarsi.Con un'immagine anche scontata possiamo dire che la Bibbia ci parla di vesti, che sono tessuti, che sono testi a loro volta. Nel caso della donna del Cantico dei Cantici, un testo che ha il profumo delle cose preziose.Ma è anche vero il contrario. I testi sono vesti da indossare, da togliere, o anche solo da afferrare. Forse non danno sempre la salvezza (o una salvezza involontaria), ma a volte possono essere qualcosa in cui trovare riparo.
Dio (a cura di), Bibbiada TEMPI FRU FRU
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