Parolisi non ha ucciso Melania. Gip Cirillo: gli indizi non lo confermano

Oggi sul settimanale Vanity Fair appare una intervista all’ex giudice per le indagini preliminari di Teramo, Giovanni Cirillo: “Gli indizi non ci permettono di affermare con certezza che Parolisi abbia materialmente ucciso la moglie Melania Rea”. Prosegue il giudice Cirillo: “Parolisi era a Ripe di Civitella quando è avvenuto il delitto. Ma potrebbe anche aver solo accompagnato la moglie dai suoi assassini”

Intanto il lato umano di Salvatore Parolisi intercettato per la seconda volta dagli agenti penitenziari. “Ti amo da impazzire, non vedo l’ora di abbracciarti e anche se qui in carcere ricevo tante lettere di donne innamorate di me, nella mia vita ci sei solo tu. Speriamo che finisca tutto presto”. Così sembra abbia scritto il caporalmaggiore alla bella Ludovica Perrone. Una dichiarazione d’amore questa che la giovane aspettava da ben 4 mesi. Anche però Salvatore si è sempre dichiarato vedovo, inconsolabile e mai innamorato.
Dal carcere di Teramo Parolisi scrive, e sembra che una altra lettera sia stata spedita da Ascoli. Il detenuto, ben conoscendo le regole ed immaginando che una lettera direttamente intestata alla Perrone sarebbe stata intercettata, tenta di far arrivare il messaggio alla donna inviando un testo ad un commilitone di stanza in Sardegna, secondo quanto si legge, il soldato avrebbe dovuto inviare o far pervenire la missiva alla Perrone di stanza a Lecce.
Ecco però che subito  è partito l’attacco quasi denigratorio perchè sembra che l’atto sottolinei la doppiezza del caporalmaggiore. Ecco che spunta immediatamente una dichiarazione di Michele Rea, fratello di Melania, che dice: ”Povera sorella mia. Tradita pure da morta. Io non ci posso credere. Quante bugie, quante menzogne. Ma chi era veramente Salvatore? Io non lo so. E secondo me, non lo sapeva neppure Melania. Altro che scappatella: Salvatore pensa a Ludovica pure dalla cella del carcere”.

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