La cosa di per sé è strana e la comunicazione, se vera, è di difficile interpretazione; se di licenziamento non si tratta perché mai dovrebbe essere vietato l’accesso ad una persona che ha lavorato fino ad oggi in questa struttura con un ruolo importante come quello di direttore tecnico?
Quindi è un allontanamento e non un licenziamento? “Per la verità altri soggetti mi hanno riferito invece che è stato licenziato – risponde Soffritti – però se lui afferma di no, io questa cosa non me la so spiegare. D’altronde non ci è possibile entrare per verificare di persona. Senza motivazioni e senza permesso, non è dato entrare neanche a noi della Commissione”.
La questione della libertà d’accesso all’interno della struttura è un altro capitolo aperto e non ancora risolto a sentire Soffritti: “Ci impongono le loro regole, possiamo entrare annunciandoci mentre io avrei voluto poter fare visite a sorpresa, ci consegnano le loro autocertificazioni – continua l’ambientalista – e noi dobbiamo prenderle così. Per questa vicenda, invece, si tratta di un comportamento strano, anomalo”. “Certo, un direttore tecnico può essere licenziato per tante ragioni come ad esempio motivi economici perché possono essere finiti i fondi per i progetti che segue. In base alla mia esperienza lavorativa però – conclude Soffritti – è anomalo che un’azienda non faccia entrare qualcuno con cui ha avuto un rapporto di lavoro prolungato come con lui. Una scelta che a me sembra immotivata”.
(mpa)