Riprendo il racconto di Giachetti dopo la parentesi delle novità dal Lampione. E' proprio questo il pezzo che vorrei porre all'attenzione dei lettori in attesa di altri eventuali commenti, in quanto l'amico Marco confuta la posizione dell'Architetto Chiostri, fino ad oggi incontrastara:
"Il prof. Chiostri (autore di un volume sull’acquedotto di Firenze, recentemente aggiornato e ristampato) afferma che l’opera sarebbe stata realizzata in un secondo tempo, dopo la fondazione della città; ma in realtà la centuriazione, la fondazione, le mura, l’acquedotto appaiono dappertutto come operazioni concatenate, una sorta di “pacchetto” offerto ai veterani smobilitati,per cui non c‘è ragione di pensare all‘acquedotto come posteriore agli altri eventi della colonia. L’acquedotto, in condotto sotterraneo fino a via delle Panche e poi su archi pensili, attingeva le acque dal torrente Marinella di Legri, presso La Chiusa di Calenzano, corso d’acqua che, ricevendo da un vasto complesso carsico, aveva una portata quasi costante, in tutte le stagioni. I ritrovamenti, già iniziati nel ’700, provocarono nel 1974, con il ritrovamento di via Barberinese alla Chiusa, la prima edizione del libro del Chiostri “L’acquedotto Romano di Firenze”".