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Parte il conto alla rovescia per l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. L’intervista a Felice Casson

Creato il 21 maggio 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Parte il conto alla rovescia del timer: ineleggibilità di Silvio Berlusconi.

Oggi alle 14 nella prima riunione della Giunta per le elezioni e le immunità si deciderà l’elezione del presidente.

Per prassi la presidenza deve andare all’opposizione.

Felice Casson, senatore pd, ricorda che “la Lega al Senato non può essere considerata opposizione, visto che si è astenuta sul voto di fiducia al governo “, e per questo non le spetta la presidenza.

Parte il conto alla rovescia per l'ineleggibilità di Silvio BerlusconiL'intervista a Felice Casson

Questione nient’affatto irrilevante, perchè se il voto del presidente vale come quello degli altri, il suo ruolo è fondamentale per decidere i tempi e organizzare un lavoro lungo e complesso.

Il M5S ha già dichiarato che non aspetterà un minuto, dall’insediamento della giunta per sollevare la questione dell’ineleggibilità di Berlusconi.

Secondo il Dpr 30 marzo 1957 numero 361 il Cavaliere non potrebbe sedere in Parlamento perché titolare di una concessione pubblica, le reti televisive.

La Giunta deve esaminare tutti i casi di incompatibilità, incandidabilità e ineleggibilità. Di solito ci si divide a livello territoriale, a ogni commissario vengono affidati i casi di una regione differente (nel caso di Berlusconi si tratta del Molise). Le pratiche vengono istruite presso il “comitato cariche”, di cui fanno parte un numero ristretto di commissari e che di solito è presieduto da uno dei vicepresidenti. Lì si fa una sorta di istruttoria, alla fine della quale il relatore fa il suo rapporto e la giunta vota. A quel punto, nel caso dicesse sì all’ineleggibilità di Berlusconi, ci sarebbe una “procedura di contestazione”,

un “processo” per il quale il Cavaliere avrebbe diritto a portare avvocato e testimoni. Al termine la Giunta rivota di nuovo, dopo la questione passa all’esame dell’aula.

Se pure tutto venisse fatto in modo molto rapido, e non accade mai, passerebbe almeno un mese prima dell’arrivo in aula. Il che dimostra quanto conti chi decide i tempi. Poi c’è il problema politico.

Il Pd sembra orientato a dare ai commissari libertà di coscienza.

Il tema c’è ed andrà affrontato.

Da La Repubblica l’intervista al senatore Felice Casson.

Pd al bivio su presidente della giunta e ineleggibilità del Cavaliere. I due fatti sono evidentemente legati. Che succederà?

«Nella destra c’è un palese tentativo di tenere assieme le due questioni con l’obiettivo di bloccare, o comunque rigettare, la richiesta di ineleggibilità che verrà presentata dal M5s. In quest’ottica la presidenza affidata a un leghista garantirebbe la gestione dei lavori della giunta».

E invece, per il Pd o una sua parte, la Lega non ha diritto?

«Costituzionalmente è opposizione politica chi vota contro il governo. La Lega, invece, sulla fiducia in Senato si è astenuta e gli unici che hanno votato contro sono stati M5s e Sel. Quindi la presidenza della giunta, che per prassi costante del Parlamento va attribuita alle opposizioni, deve andare a un senatore di Sel o di M5s».

Ma il Pd ha fatto delle promesse?

«A quest’ora della sera non mi risulta. Non è stata fatta alcuna riunione con i membri Pd della giunta, né è arrivata comunicazione di alcun genere in proposito ».

Lei al momento del voto che farà?

«Seguirò la regola e voterò per un senatore dell’opposizione. Certamente non della Lega».

Anche se questo può mettere in crisi l’alleanza Pd-Pdl?

«Non credo. E spero che il Pd non voglia violare le regole. Comunque cosa c’entra con noi la Lega? Ci dovrebbero spiegare se c’è un patto, di che genere, e con chi».

Lei sa bene di che stiamo parlando. Di Berlusconi e del suo allontanamento dal Senato per conflitto di interessi. Quando la questione sarà all’ordine del giorno lei che farà?

«Conosco bene giuridicamente la questione e poiché la giunta è un organismo paragiurisdizionale ritengo opportuno non anticipare né il mio giudizio, né il mio voto».

Che fa Casson, il pesce in barile?

«Basta aspettare alcuni giorni e si saprà come voterò e come andrà a finire l’intera partita».

Non ci tenga col fiato sospeso. In termini giuridici è possibile dichiarare Berlusconi ineleggibile?

«L’unica cosa che posso anticipare è che il caso andrà studiato e valutato ex novo. I precedenti delle passate legislature li conosciamo tutti. Però non sono vincolanti nel nostro sistema giuridico-costituzionale».

Lei nicchia e fa il misterioso. La legge del ’57 consente di allontanarlo o no? Da giurista e da politico del Pd che ne pensa?

«La legge è chiarissima. E “in claris non fit interpretatio”. Ma un minimo dovere di riservatezza, rispetto a una decisione così delicata per l’intera giunta, impone a me per primo il riserbo”.

La legge Frattini non gli dà una valida scappatoia?

«Quando sarà posta la questione in giunta, sarà molto interessante vedere con che argomenti e con quali leggi si difenderà Berlusconi ».

Questo scoglio dividerà ulteriormente il Pd?

«Sono convinto che le questioni giuridiche e giudiziarie devono rimanere ben distinte dalla politica ».



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