[prima di diventare refolo]
tingendosi di un rosso
che non fu solo quello
dei gerani affacciati ai balconi
incuranti della guerra e dell’occupazione
perché la primavera
è più forte delle bombe e del furore.
Rosso e giovane scorreva il sangue
ch’eran pronti a versare
proprio quando la vita è più dolce
e profuma di zagare, di miele e di cannella
e l’ardore sarebbe solo fare l’amore
non patire il freddo la fame il dolore.
Eppure stavano lì, in montagna
abbracciati ai fucili
come a teneri fianchi di donna
fiduciosi d’esser loro
da subito
a cambiare la storia
a riscrivere il mondo
con colore e passione
a scordare quel nero
che impediva da troppo
il disegno d’una vita più vera.
MGC