Rimarranno solo parole, come quelle dei predecessori, illustri e pur carichi di buone intenzioni?
Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio si unisce al coro di quelli che dichiarano che l’epidurale è un diritto per tutte e che se si garantisse l’accesso gratuito all’anestesia epidurale in tutti gli ospedali italiani si riuscirebbe finalmente a ridurre la percentuale di parti cesarei che oggi sfiora, nel nostro Paese, il 40% dei parti, a fronte di un 15% indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come tetto massimo.
Non c’è dubbio che garantire l’epidurale a chi ne fa richiesta significherebbe far salire l’Italia un gradino più su nella scala della civiltà, ma lavorare in tal senso potrebbe contribuire anche a ottenere l’obiettivo di ridurre il numero di parti cesarei.
Fazio annuncia di voler ridisegnare il percorso nascita in Italia e di aver stilato, in sinergia con la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e l’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani, un elenco di priorità:
1) chiudere i centri nascita italiani dove avvengono meno di 500 parti all’anno. Questi centri così piccoli verranno inglobati in quelli più grandi: “bisogna superare la logica dell’ospedale sotto casa””, ha dichiarato il Ministro, che punta ad evere ospedali più grandi, più sicuri e con un'assistenza 24 ore su 24
2) garantire l’epidurale per tutte le partorienti che ne fanno richiesta. Oggi solo il 16% dei centri nascita in Italia offre l’epidurale e non certo perché le donne desiderino TUTTE un parto con dolore (anche perché laddove l’epidurale è garantita ne fa richiesta il 90% delle partorienti!): la causa è da ricercare nella mancanza di fondi e nella carenza di anestesisti e a farne le spese sono soprattutto le donne
3) investire nella formazione e nella promozione del parto vaginale, con l’obiettivo dichiarato di ridurre l’incidenza del parto cesareo, il che significa anche rivalutare il parto fisiologico dal punto di vista economico dal momento che una parto normale vale tra i 1200 e i 2000 euro: meno di un’artroscopia.
Per far questo bisognerà investire, stanziare fondi, formare gli anestesisti, convincere le Regioni a destinare fondi a questa operazione. Praticamente si tratterà di superare gli ostacoli che si sono trovati davanti anche i predecessori dell’attuale Ministro.
Riuscirà il nostro eroe?