di Marie Amachoukeli-Barsacq, Claire Burger e Samuel Theis
Francia, 2014
genere, drammatico
durata, 95'
A dispetto di quel che il titolo potrebbe farci credere “Party Girl” e' la storia di un'adolescente con le rughe, Angélique -l'ironia del contrappasso- accompagnatrice di professione, che si trova ora a dover scegliere se accettare una proposta di matrimonio che le consentirebbe di cambiar vita, o se continuare a perdersi in notti brave con le ragazze del night, amiche e sorelle.
Al confine -certo- fra Germania e Francia stanno il suo locale e la sua vita: al confine non sempre cosi' chiaro della terza età' è ormai giunta, sebbene tutto di lei, dall'aspetto di una moderna "vecchia imbellettata" all'eloquio colorito, ne palesino la più totale assenza di consapevolezza. Che fare?
Il ritratto di questa moderna eroina che si batte contro tutti, compresi i quattro figli che suo malgrado sono riusciti ad uscire dalla giovinezza, e' reso particolarmente efficace e coinvolgente da una narrazione laica che ricorda a tratti il (neo)realismo dei fratelli Dardenne: sfoggiando un corpo vero, invecchiato e appesantito dagli anni, Angélique Litzneburger, incantevole nella sua prima volta come attrice, interpreta se stessa sotto la direzione del figlio Theis. Un andamento che flirta col documentario -non a caso forma del progetto originario- ma si arricchisce della finzione, mostrando ancora una volta che, per dirla con Wilde, la vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita.
Erica Belluzzi