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La varietà
Il Pascale di Cagliari è un vitigno rosso di origine incerta ma che trova talmente tante somiglianze con il Giacomino della Toscana da essere ritenuto da molti un suo stretto parente se non la stessa vite poi successivamente ibridata e zonalizzata. A supporto di questa tesi anche il nome con cui viene chiamato in Gallura, Giacomino appunto, e gli stretti scambi mercantili tra le due regioni in tutte le epoche. Viene coltivato quasi esclusivamente nella provincia di Sassari, dove rappresenta circa il 20 per cento della superficie totale vitata, mentre è del tutto assente nelle altre provincie ad eccezione di qualche ettaro vitato in quella di Cagliari.
Ha grappoli di grandi dimensioni, cilindrici e generalmente alati, con acini sempre grandi e buccia spessa con alte concentrazioni di pruina. Il colore è un denso violaceo tendente al nero.
È mediamente vigoroso, e in grado di fornire delle alte rese con costanza. Non ha particolari esigenze di terreno e condizioni ambientali pur preferendo buone concentrazioni d'argilla senza però gradire l'eccessiva umidità del suolo.
I vini del Pascale di Cagliari
Il Pascale di Cagliari viene utilizzato sia in purezza che in assemblaggio con altre varietà rosse come nel Mejlogu assieme al Cannonau e nel Cagnulari. Riesce ad apportare buone aromaticità al vino, abbinato spesso con gli arrosti. Viene spesso utilizzato anche come uva da tavola.
In purezza fornisce vini di un bel rubino, con profumi delicati di frutta rossa fresca e un palato più deciso del naso, anche forte di una buona struttura tannica. Nei DOC viene inserito nel disciplinare del Campidano di Terralba.
I produttori
Il Pascale viene vinificato molto più spesso in assemblaggio con altre uve che in purezza, in molti I.G.T. Un esempio viene dalla cantina Giogantinu con il suo Colli del Limbara IGT “Lei non sa chi sono io”, con l'assemblaggio tra Pascale, Monica, Nieddu Mannu e Cagnulari, di un bel rubino con toni aranciati. Al naso è ben speziato, con intense note di pepe, accompagnate dal cacao e dal cuoio che vanno a finire su toni floreali secchi. Nonostante un grado alcolico di 11,5% vol, il corpo è di una buona struttura e comunque conferito di morbidezza e brillantezza. Ben fresco, si suggerisce a temperature intorno agli 11 gradi da servire con crostacei crudi e grigliate di pesce grazie ad una buona vivacità che fa di questo rosso un buon compagno del pesce. Non è l'unico rosso suggerito per pasti generalmente accompagnati dal bianco.
Sempre dalla stessa cantina un vino più conosciuto con il Pascale è il Nastarrè, un ottimo rosso in assemblaggio anche con il Monica, il Cagnulari e il Nebbiolo. Bel colore granato con tonalità viola. L'olfatto esprime un buon profumo di frutta rossa, con un palato leggero e secco, dotato di finale. Ottimo con le carni da selvaggina.