Pasolini e la tv

Creato il 11 dicembre 2010 da Speradisole

Nel 1962 Pier Paolo Pasolini realizzò il film “La Rabbia”e, a partire dai servizi di alcuni cinegiornali degli anni ’50, lo scrittore commenta un vecchio servizio che dava notizia dell’inizio delle trasmissioni sperimentali della Rai, prima ancora della nascita ufficiale della tv italiana: “Una nuova arma è stata inventata per la diffusione dell’insincerità, della menzogna, del cattivo latino! Sperimentano modi per dividere la verità e porgere la mezza verità che rimane attraverso l’unica voce che ha la borghesia di parlare: la voce che contrappone un’ironia umiliante a ogni ideale, la voce che contrappone gli scherzi alla Tragedia”.

I futuri telespettatori vengono definiti “milioni di candidati alla morte dell’anima”.

Guardando l’Italia oggi, lo sgretolamento della società civile, la perdita della dignità della politica, il venir meno di ogni etica pubblica, il discredito in cui è caduto il mondo della cultura con le sue istituzioni, non si può dar torto a Pasolini.

Non si può non riconoscere quanto sia stato profetico. La voce che contrappone “un’ironia umiliante ad ogni ideale, la voce che contrappone gli scherzi alla Tragedia” è la voce di chi oggi in Italia è al governo. E’ la voce di chi è passato dalla televisione alla politica, e che grazie alla televisione ha ottenuto il sostegni di “milioni di candidati alla morte dell’anima”.

E’ la voce di chi, di fronte alle condizioni drammatiche del nostro Paese, anziché trovare soluzioni ai problemi delle persone, preferisce raccontare barzellette.

Pasolini è stato profetico, eccome!

 (Roberto Carnero, critico letterario).



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