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a cura di Enzo Campi
Contributi critici e scritti dedicati di
Sonia Caporossi, Roberto Chiesi, Vladimir D'Amora
Antonella Pierangeli, Marco Adorno Rossi, Enzo Campi
Nell'edizione Einaudi 1979 di Ragazzi di vita possiamo leggere in appendice due interventi di Pasolini dal titolo Il metodo di lavoro e I parlanti, importantissimi per capire il suo sforzo creativo in ambito linguistico. Nel primo intervento viene fatto notare come si trovino forti corrispondenze nei frammenti e nelle pagine dei due romanzi. Questo significa che "il paradigma, lo spitzeriano periodo - campione" era lo stesso, quindi tra i due romanzi non esisteva "soluzione di continuità"; se non c'è "trasformazione stilistica", non c'è neanche, fa notare sempre Pasolini, "trasformazione interna, psicologica e ideologica" di fondo".
Pasolini infatti, nello stesso intervento, ricorda di aver pensato contemporaneamente tre romanzi: Ragazzi di vita, Una vita violenta e Il Rio della grana. Dei tre, Ragazzi di vita è da intendersi più degli altri due, come una ricerca filologica e tematica: il fattore sperimentazione viene in questo libro sottolineato anche dal fatto che esso presenta non-protagonisti che si muovono nell'ambito di una non-storia, la quale tuttavia sottintende numerose micro-storie in un'abile struttura a incastro. La materia documentaria è vastissima e brulicante, insieme impressionistica ed espressionistica: nella confusione filologica di lingua e dialetto nascono e si sovrappongono diversi toni, dal popolaresco al lirico, dal tragico all'idillico, affiancati da diversi livelli espressionistici e grotteschi tesi a rendere le varie sfaccettature di una realtà corale (quella di Ragazzi di vita) o individuale (quella di Una vita violenta) la quale rimane inconoscibile in quanto definitivamente sub-umana.
[...]
La regressione al sottoproletariato, in altre parole, significa sì per Pasolini un "regresso" esplorativo verso e nella lingua dei parlanti, ma anche e innanzitutto l'individuazione, attraverso una sperimentazione linguistica fondantesi sulla perfetta fusione fra sermo humilis e sermo sublimis, di una forma estrema e lancinante dello stato di crisi che, negli anni Cinquanta, appare superare le gerarchie sociali perché coglie tutti; solo una volta smaltita attraverso la ricerca letteraria la scoperta del dolore e dello stato di disumanità presente negli strati più bassi della società si può pensare di inquadrare il fenomeno in una dimensione storica, ritrovando a posteriori l'umanità proprio dove lo scrittore aveva precedentemente evidenziato la disumanità o addirittura l'animalità, qualità "naturali" del sottoproletariato che forse proprio in quanto tali ne valorizzano lo status puro perché completamente a-storico.
(estratto da "La sperimentazione linguistica e l'ideologia marxista nei romanzi di Pasolini")
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Roberto ChiesiIn una lettera scritta all'amico reggiano Luciano Serra il 16 settembre 1941, negli anni della guerra, prima di ritornare a Bologna dopo l'estate trascorsa a Casarsa, ritroviamo i sintomi di quell'attaccamento che prevale sul desiderio di ritrovare la città dei suoi studi: "Ma anche Bologna, dove ho affondato radici e ricordi da molti anni, e ho antiche consuetudini e cose che si ripetono secondo un uso ormai divenuto caro e fonte di nostalgia, mi è una meta molto dolorosa: questi ritorni, ormai uguali da molti anni, nei giorni non ancora estinti dell'estate, nel dolcemente squallido sole di settembre, sono per me una vera pena".
In un'altra poesia autobiografica, Coccodrillo, del 1968, le attribuirà un nome composto: "nacque nella città di Koiné-Keltiké, / riemersa dal cotto del Trecento e non scomparsa ancora nel cemento".
"Koiné" indica la lingua che unifica una comunità mentre "Keltiké" è un termine gaddiano ma qui sembra significativo soprattutto che la definisca una città che ha conservato la sua fisionomia antica senza essere sommersa dalle costruzioni contemporanee in cemento.
Anche in questa poesia, comunque, alla città della sua nascita e della sua formazione universitaria sono dedicati solo pochi versi marginali, a conferma che Bologna non è mai stata una città protagonista dell'opera di Pasolini.
A differenza di Casarsa e del Friuli nella giovinezza, le borgate romane negli anni '50 e il Terzo Mondo a partire dai primi anni '60 (l'Africa, l'India, l'Arabia), infatti, Bologna non gli ha ispirato nessuna poesia, nessun testo di narrativa e nel suo cinema appare in modo marginale ( Comizi d'amore, Edipo Re) o addirittura 'dissimulata' (in un altro luogo e spazio) dalla finzione ( Salò o le 120 giornate di Sodoma).
Ciononostante, Bologna fu il luogo dove non soltanto Pasolini ha intrapreso la sua formazione culturale, studiando al liceo classico Galvani e all'Università, ma è anche ritornato regolarmente fino alla fine della sua esistenza. È la città dove fondò una rivista letteraria ("Officina") con amici letterati e scrittori, dove tenne conferenze e interventi e dove si esibì in un genere per lui insolito, la perfomance "Intellettuale", quando l'artista e amico Fabio Mauri alla Galleria d'Arte Moderna proiettò sulla sua camicia bianca il film Il Vangelo secondo Matteo.
(estratto da " Una terra separata, un'isola" - Appunti sulla Bologna di Pasolini ")
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Il volume comprende la riproduzione della prima stesura del dattiloscritto (con correzioni autografe) di Supplica a mia madre, depositato presso l'Archivio Contemporaneo A. Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze.
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Il volume comprende inoltre i testi dei finalisti dei due concorsi letterari dedicati a Pasolini e banditi dal Festival Bologna in Lettere: Patrizia Santi, Maurizio Camerini, Fernando Della Posta, Silvia Rosa, Daniele Andreis, Valentina Frisone, Francesca Maria Marziano, Eleonora Fidelia Chiefari, Costanza Venturoli.
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INDICE DEL VOLUME
5 Concorsi di causa e di colpa (N.d.C.)
9 Corsi
11 Sonia Caporossi, La sperimentazione linguistica e l'ideologia
marxista nei romanzi di Pasolini
23 Ricorsi
25 Roberto Chiesi, "Una terra separata, un'isola" - Appunti sulla
Bologna di Pasolini33 Rimborsi
35 Vladimir D'Amora, Pasolini Primo Piano
39 Decorsi
41 Marco Adorno Rossi, Pasolini - Passione e Periferia
45 Percorsi
47 Pier Paolo Pasolini, Supplica a mia madre
Riproduzione del dattiloscritto originale depositato presso
l'Archivio contemporaneo A. Bonsanti del Gabinetto Vieusseux
di Firenze.
51 Antonella Pierangeli, L'inconfessabile tocco del nulla
lucente:Supplica a mia madre, una lettura
57 Soccorsi
59 Enzo Campi, Testamento
69 Concorsi
71 Patrizia Santi, Quadruplo [decennio]
73 Maurizio Camerini, Un vangelo apocrifo
75 Fernando Della Posta, Ti diranno di non splendere
79 Silvia Rosa, Frammenti di un discorso d'ordinaria attrazione
e di sistemi a perdere82 Daniele Andreis, Ubiloquio
83 Valentina Frisone, In sella
87 Francesca Maria Marziano, Semo gente de borgata: i grandi
cortometraggi di Pier Paolo Pasolini91 Eleonora Fidelia Chiefari, Un cielo di fuoco
93 Costanza Venturoli, Il sorriso dello straniero
95 Note bio-bibliografiche