Pasqua poche uova e poche colombe? Sì le ricette tradizionali

Creato il 05 aprile 2014 da Yellowflate @yellowflate

Pasqua è alle porte ma questo anno la crisi incombe infatti da quel che emerge da una ricerca statistica bel  il  25% degli italiani non acquistera’ per Pasqua colombe ne’ uova di cioccolato. Lo rivela un sondaggio Confesercenti-SWG, secondo cui si prospetta “l’ennesima festa dai toni modesti”, a dimostrazione che non si e’ ancora interrotto “il trend delle ‘festivita’ al risparmio’”.
Anche tra chi non vuole privarsi dei dolci tipici, prevale il low-cost: il 43% scegliera’ infatti uova e colombe industriali, mentre solo il 23% optera’ per la qualita’ di quelle artigianali. D’altronde, il 50,7% degli intervistati risponde che il proprio reddito consente di pagare appena le spese, il 13,1% afferma che non basta nemmeno per l’indispensabile, il 31,3% dichiara di vivere serenamente e solo l’1,7% di potersi concedere dei lussi. Ma non e’ solo la crisi a cambiare le tradizioni degli italiani: nei menu’ di Pasqua – rivela l’indagine – continua a calare la presenza dell’agnello, condizionato anche dal dibattito sull’utilizzo alimentare di questi animali. Se negli scorsi anni l’agnello era imprescindibile per una famiglia su due, quest’anno ben il 58% del campione lo esclude dalle sue scelte culinarie per il pranzo di Pasqua o di Pasquetta. Nel dettaglio, il 35% e’ contrario ad inserirlo nel menu, mentre il 23% allarga il suo “no” a tutto cio’ che fa tradizione, mentre solo il 31% ha deciso di mantenere le scelte del passato ed includere a tavola anche l’agnello. Resta comunque forte il richiamo alle tradizioni culinarie locali, soprattutto al Sud: a partire dalla frittata di maccheroni tipica della Campania, e dalle pietanze a base di carciofo contemplate da molte cucine regionali, da Napoli a Bologna. Sulle tavole degli italiani a Pasqua arriveranno pure le ‘torte salate’, nella forma del Casatiello campano o delle ‘Pizze di Pasqua’ dell’Italia centrale, ma anche ‘pastiera’ (non solo napoletana, ma anche quelle di Reggio Calabria), ‘cassate’ e ‘cicili’ (grosse ciambelle guarnite con uova sode non sgusciate) dalla Sicilia, la ‘Pigna dolce’, diffusa nel Lazio meridionale, la scarcella – o cuddura – della Puglia, le ‘schiacciate’ toscane e la Pinza Triestina. (AGI) .



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