Pasqualino Marasthan

Da Farang @alefarang

Arriviamo a Delhi di passaggio, sarà soltanto la partenza e l'arrivo di questa breve gita culturale nel Rajasthan effettuata via strada in Jeep più un  breve volo interno. Guidare in India non è impossibile ma solo per gli indyani, i sorpassi avvengono indifferentemente sia da sinistra che da destra, io e Pasqualino decidiamo di affidarci a un rilassante tour muniti di guida apprendista.
La prima tappa di questo classico itinerario è Mandawa attraverso la zona dello Shekawati, non è la prima volta che vengo in India ciò nonostante l' impatto è sempre molto forte, stravolgente è la fiera dei sapori e colori, guardare e odorare è questa l'essenza di primo impatto quando un occidentale visita l'India, bisogna in un certo senso essere mentalmente preparati altrimenti si rischia di esserne sopraffatti, gli odori da sopportare anche per un forte stomaco molte volte sono nauseabondi, un numero imprecisato di persone apparentemente senza meta si muovono in su e giù con i loro animali all'interno delle città in un turbinio di colori, cacche di vacca e incantatori di serpenti, nei bazaar si trova di tutto, improbabili tintorie, tessitori, venditori di spezie, di tappeti, di chincaglierie e gioiellerie, gli artigiani lavorano a cielo aperto ogni qualsivoglia di materiale, definire tutto quello che appare ai nostri occhi un bordello o un casino non rende l'idea all'ignaro viaggiatore. 
E' l'India..pensare che è solo il Rajasthan!Una terra di antichi fasti e ricchezze, bellissime residenze d'epoca, le Haveli, termine che sta a indicare un edificio privato residenziale, antichi palazzi costrutiti da ricchi commercianti o da piccoli marajà locali, si distinguono soprattutto per le loro balconate chiuse da grate che permettevano alle dame di osservare il movimento sulla strada al riparo degli sguardi indiscreti dei passanti, o più propriamente per ottenere un effetto di climatizzazione interna sfruttando le correnti d'aria.
Storiche fortezze e hotel super stellati ma anche povertà, sorrisi, dignità e spiritualità, tutto questo fa dell'India un paese unico che può cambiarti la vita e talvolta il modo di affrontarla.
Il Rajasthan è uno stato del nord-ovest dell'Unione Indiana, tra i più aridi e allo stesso tempo tra i più belli da visitare, specialmente nella stagione che va da febbraio ad aprile quando in India è primavera, ma pure dicembre e gennaio sono partenze valide, non è freddo, e considerando che non è una meta marina, il tour può essere affrontatto con l'aspettativa di condizioni climatiche discrete, direi che costituisce un'ottima alternativa rispetto ad altre mete Dicembrine.
La cucina indiana è fatta principalmente di pollo, riso e innumerevoli spezie, trogoli dai più svariati sapori e colori.  Ho scelto di mangiare quasi sempre nei ristoranti locali degustatando tutte le varietà di tandoori, il pollo colorato con il chili rosso e altre spezie, tikka, mugalai mayalai, biryani, masala, etc, e riso, pulao, maragnao, alla menta, al cavolfiore etc. spesso con il cumino, io avrei preferito un cirindello d'olio toscano extravergine di oliva, di Lucca magari, con un rinforzo di grana, e poi curry, chutney e ancora curry, quello all'anguilla di Comacchio sarebbe una specialità da non perdere. 
La birra Kingfisher è leggera ma buona e si trova ovunque, a proposito non sono ancora riuscito a trovare un posto dove la birra non sia buona.
La cucina indyana dal terzo giorno in poi diventa una questione di sopravvivenza, ma naturalmente poi dipende sempre dai palati più o meno pelosi, c'è persino chi l'adora, preferisco un semplice aglio olio e peperoncino, magari una bella grattugiata di bottarga o non so.. per cambiare una sfogliata di tartufo oppure... lasciamo perdere, sono soltanto pochi giorni in India e non sono qui per fare l'inviato speciale del gambero giallo.
Uscire da Delhi al solito non è semplice, il traffico è caotico, procediamo lentamente fra uno strombazzamento continuo di clacson, dopo più di un'ora per percorrere pochi km riusciamo finalmente ad uscire dalla grande città.Percorriamo strade polverose, sono incollato al finestrino, caos, vacche, carri, carretti, cammelli, gente che vaga in sù e in giù, oltrepassiamo villaggi dove la costante sono piccole botteghe una dietro all'altra, la vita si svolge sui lati della strade dove viene esposta ogni tipo di mercanzia,  ganzissimo mi divertirei un monte se non fosse per l'estrema povertà che mi circonda.
Dopo circa sette ore di viaggio approdiamo a Mandawa, la sosta è prevista al Mandawa Haveli un vecchio palazzo adesso adibito a b&b siamo in realtà in una vera bellissima casa indiana dove il tempo si è fermato.
http://hotelmandawa.free.fr/
Mandawa è una picccola cittadina nel cuore dello Shekawati da qui passava la vecchia via della seta, oggi è famosa per le sue Haveli.
La sosta è dedicata alla visita di palazzi dei vecchi mercanti e alla fortezza che domina la città.
La prossima tappa sarà Bikaner passando da Fatehpur.
A Fatehpur visitiamo ancora alcune bellissime Haveli in un clima misto di opulenza e assoluta povertà.  Siamo a Bikaner una cittadina che sorge ai margini nel deserto del Thar.
Evito la visita al Rat temple perchè i topi mi fanno schifo, scusate piccole bestioline ma non capisco come al mondo possano esistere umanoidi che venerano i topi, magari tope e topoline..
ne conosco tanti..si ho capito fa parte della cultura locale, ma per me è meglio non fare questa assurda escursione, voi invece se vi garba o se vi pizzica la cute fatevi una passeggiata a piedi scalzi nel tempio.
Nel pomeriggio visita  al Forte di Junagarh che è annoverato tra le fortezze più belle al mondo, è situato nel centro della città, conta di ben trentasette bastioni ed è bello soprattutto al suo interno. Le stanze sono tutte curatissime, adornate con mobili, costumi e gioielli dei vari Maharaja.
Prossima tappa il Lalgarh Palace, palazzo costruito dal Maharaja Ganga Singh, oggi però questo splendido palazzotto rosso, formato da balconi e cupole è stato adibito a hotel extralusso,così come tante altre antiche dimore del Rajasthan.
Oggi è l'addio a Bikaner, attraversando la quasi totalità del deserto del Thar ai confini con il Pakistan arriviamo a Jaisalmer che ha rappresentato probabilmente una delle mete più affascinanti dell'intero viaggio, c'è il tempo per una sosta per al Lago Gadi Sagar, nel tardo pomeriggio arriviamo alla nostra destinazione.
Jaisalmer è una spettacolare fortezza che appare improvvisamente dal deserto, è una cittadina medioevale racchiusa tra mura imponenti di arenaria gialla per questo è chiamata anche The Golden City, caratterizzata da strette viuzze ed imponenti Haveli scolpite e decorate.
Come immaginavo Jaisalmer è bellissima, non  resta che iniziare le esplorazioni della città iniziando dal Nathmal Ji Ki Haveli, nel centro le case e i templi sono arroccati gli uni su gli altri, semplicemente girare tra le viuzze è un divertimento ma la convivenza con gli animali, capre, capretti, maialini, maialaio e cacche dappertutto mette a dura prova i miei sensi.
Cedo volentieri alle pressioni dell' amico indyano per pranzare in un ristorantino probabilmente
 "convenzionato"  niente di particolare ma con una vista spettacolare sullla fortezza.
Visitiamo il Forte con il supporto dall' apprendista guida che con il suo Italo-Inglese sconclusionato ha tentato di illustrarne la magnificenza, il Forte è una città a parte dove il tempo si è fermato, in sè non è che sia più bello di altri, quello che colpisce è il ritmo della vita che si svolge al suo interno. Usciamo attraverso un'inestricabile labirinto di bancarelle non prima di aver acquistato alcuni oggetti, adesso non ci resta che un' inevitabile gita nel deserto.
I villaggi nel deserto ricalcano lo stile sahariano, piccole casette tende e cammelli, siamo a Khur, un piccolo villaggio a circa quaranta km da Jaisalmer, noi sostiamo qui, un'esperienza carina da non perdere
http://www.jaisalmerdesertcamp.com/
Chi vuole può effettuare una passeggiata a dorso di cammello fino a raggiungere le dune, un'esperienza da ass molto hard che preferisco evitare, il paesaggio è bello, lo spettacolo del mare di sabbia mi rammenta altre gite, rientriamo al campo tendato per la cena a base di risotto ai funghi porcini, magari.. è che stasera avrei voglia di qualcosa di diverso, non so magari un risottino allo zafferano, magari con salsiccia o con l'ossobuco, slurp!
Prossima meta Manvar nel deserto del Thar una tappa intermedia sulla via per Jodhpur.
http://www.manvar.com/overview.htm
Siamo nel deserto, l'attrattiva sono le safari escursioni a bordo di vari mezzi, ne approfitto per effettuarla con un comoda jeep.
Partenza per Jodhpur, la città blu alle porte del deserto del Thar nota anche come Sun City, spesso anche indicata come Blue City per via degli edifici dipinti con colori blueastri.
Jodhpur è come un'isola di arenaria rossa immersa in un mare di sabbia, la città è fortificata da alte mura che si estendono per km, conserva per molti versi tradizione e fascino antico, cacche di vacca e il solito market degli odori e sapori, soggiorniamo in una delle tante bellissime soluzioni Heritage
http://ajitbhawan.com/html/index.html
il Forte Mehrangarh è abbarbicato su di una collinetta, una tortuosa strada porta al forte distante dalla città qualche km, si tratta di una piccola cittadella fortificata delimitata da mura dove si trovano templi e il palazzo del Maharaja .
All'entrata si possono ancora vedere i segni delle palle di cannone inflitti dall'armata di Jaipur.
Ci sono in tutto sette porte, comprendente quella di Jayapol che significa "vittoria" contro l'armate di Jaipur e Bikaner. Le impronte dei palmi della mano sulla porta attraggono ancora i devoti e sono rivestite da una pasta vermiglia e una sottile lamina d'argento. All'interno troviamo un attrezzatissimo museo con sfarzose stanze decorate, coloratissimi costumi e pitture .
Le più significative sono la Phool Mahal ovvero la sala delle danze e la Jhanki Mahal il salone da dove le donne reali osservavano le parate militari. Il paesaggio desertico e il forte visti contro i raggi del sole al tramonto offrono uno spettacolo molto bello, foto rituali su di una scintillante città blù.
Siamo diretti a Luni, soltanto a 35 km da Jodhpur, sostiamo in questo affascinante villaggio che riflette il passato regale del Rajasthan. Luni vive all'ombra di Fort Chawa, molti artigiani sono ancora intenti svolgere i loro mestieri, dalla scultura in metallo, argilla o legno in forme intricate.
Anche qui la principale attrazione è la fortezza, un pezzo di eleganza e proporzione dell'architettura indiana del secolo scorso.
E' interamente scavata nella pietra di arenaria rossa, le pitture tradizionali a parete sono la prova della maestria degli artigiani delle epoche passate, fu costruita da un antenato di Pasqualino  Maharajà, adesso è stata trasformata in un enorme mega hotel superstar, continuiamo verso Deogarh, la sosta è d'obbligo per la visita del complesso dei Templi Jainisti di Ranakpur.
Un capolavoro d'intarsio nel marmo bianco, il Chaumukha Temple ovvero il Tempio delle quattro facce è un grande santuario di marmo riccamente decorato e in ottimo stato di conservazione, è formato da 29 sale, sorrette da 1444 colonne tutte diverse tra loro. 
Proseguimento per Deogarh.
Soggiornare al Deogarh Mahal è come fare un bagno in un glorioso passato, la struttura risalente al 17°secolo si trova sulla sommità di una collina da dove si può godere di una vista impressionante sulle catene montuose Aravalli, una parte del palazzo è ancora occupato dalla famiglia proprietaria che fa parte della gestione.
Si caratterizza per la presenza di cupole che sono state da sempre la firma architettonica delle residenze reali, il Sheesh Mahal e la sala degli specchi colorati sono belle, dopo tanta cultura non resta che far l'indyano Maharaja. Se per una volta in India con un pò di immaginazione volete sentirvi come Pasqualino sostate qui, è un must imperdibile.  
http://www.deogarhmahal.com/
Visita al Tempio Vishnu Costruito oltre 1500 anni fa, il Tempio di Vishnu a Deogarh è uno dei più antichi templi indù ancora oggi in piedi, come molti di essi del periodo è dedicato a una divinità unica, Vishnu è il Dio supremo nell'induismo. Quando si prepara un qualsiasi viaggio nell'itinerario da percorrere si ha in mente sempre una meta in particolare da raggiungere, un qualcosa che più di altro solletica l'immaginario, spesso succede di rimanerne delusi, tanti pensierini per poi metterci in un attimo un bel rigo nero sopra, non è questo il caso di Udaipur che intrigava e tuttora per molte ragioni sconvolge i miei pensieri viandanti.
Udaipur la città bianca è considerata la più romantica dell'India, per la sua bellezza e per le sua attrazioni quali ad esempio il Lake Palace, il City Palace e lo Saheliyon ki Bari o Giardino delle Dame che è il parco più bello di Udaipur. Si tratta di un lussureggiante giardino sistemato sulle rive del Fateh Sagar, ospita numerosi padiglioni un tempo destinati alle damigelle d'onore della regina. La città è sistemata sulle sponde del lago Pichola, medio piccola, incasinata e bellissima, spesso chiamata la Venezia dell'India o meglio il Kashmir del Rajasthan con riferimento a Srinagar, non lo trovo un paragone appropriato, anzi diciamo la verità, non c'entra nulla con Srinagar tanto meno con Venezia, almeno così appare a mie occhi.
A ragione Udaipur sta diventando uno dei punti più caldi dell'indyvacanza, anche Pasqualino su questo è daccordo.
Anche la città bianca però non si sottrae alla regola del Rajasthan, opulenza e fasti del passato, super hotel, bellissimi palazzi, fortezze e haveli, il tutto mischiato ad un clima di perenne contraddizione che non riesce a scrollarsi di dosso.
Le sistemazioni sono da facilmente accessibili da :
http://www.grandluxuryhotels.com/hotel/taj-lake-palace/?gclid=CLD4wJXxr6UCFYlH4wodhCF_Gw
Noi ci limitiamo ad una gita ed a fotografarlo da lontano.
Ci accontentiamo invece di una bella Haveli con una vista spettacolare sul Lake Pichola.
http://jaiwanahaveli.com/
Iniziamo le escursioni da un punto panoramico da dove ammiriamo e fotografiamo il lussuosissimo Taj Lake Palace Hotel al centro del lago Pichola, dopodichè passiamo a Sajjangarh Fort, un palazzo sulla cima di una collina da dove possiamo godere di una panoramica sulla città sottostante, Il palazzo fu realizzato nel 1884 per fungere da residenza estiva del sovrano Sajjan Singh, oggi è ancora rammentato dai locali più che altro per via del film di J. Bond che vi è stato girato, Octopussy, Operazione Piovra.
Però tutte queste fortezze, m'hanno belle fatto uggia
Adesso rientriamo nella città dell'aurora per visitare il City Palace.
Visto dall'esterno il complesso da l'impressione di un unico palazzo, in realtà è costituito da quattro grandi edifici più molti altri di dimensioni più ridotte collegati tra loro da una serie innumerevole di corridoi, saloni, scale, cortili, giardini, così da costituire un labirinto sormontato  da torri cupole,  cosicchè da formare il più grande insieme di palazzi del Rajasthan.
Lo immortaleremo al tramonto quando assume dei colori giallastri riflessi nel lago.
Il suo interno è un trionfo di fastosità, la Cristal Gallery supera ogni immaginazione, tavoli, sedie e un letto di cristallo, alla fine stufo di così tanta bellezza  siedo al bar sorseggiando una specie di limonata.Da non perdere il Moti Mahal, Il Palazzo delle perle è famoso per le sue decorazioni in specchi variopinti così da apparire come un vero caleidoscopio.
   Nella città vecchia da visitare è il Tempio di Jagadasha, un fantastico esempio induista.La giornata continua a spasso per Udaipur fra Haveli e i soliti odori indyani assaporati nel market, un'esperienza sensoriale fantastica oramai non più di tanto impressionante, per terminarla sul terrazzino della" nostra" Haveli con vista stupenda sul lago Pichola. A Udaipur abbiamo salutato Pasqualino che in sella all'elefante con in testa un gran turbante se ne va, rimarrei volentieri un'altro giorno o due ma purtroppo siamo in gita organizzata, abbiamo un volo prepagato per Jaipur, la capitale del Rajasthan.Dopo la colazione raggiungiamo con un breve volo per Jaipur, siamo in avvicinamento a Delhi.
E' la capitale per così dire del moderno stato del Rajasthan, è conosciuta come la città rosa per via dei suoi edifici costruiti con stucchi rosati, bella città piena di suggestione, soprattutto osservandola in prospettiva da differenti distanze appare quasi immacolata, sospesa, in un'era passata, forti e monumenti, palazzi rosati e templi maestosi, questa è una visione di Jaipur.Entriamo nella città, caos e contrasti, odori nauseanti, rumori assordanti, un brulicare di genti, di vacche e di cacche, questa è l'altra visione di Jaipur, bene, siamo ancora nella pittoresca India.
Visite rituali a l' Hawa Mahal o il palazzo dei venti ed al City Palace o Palazzo del Maharaja e al forte Amber.
l'Hawa Mahal è una sorta di edificio alveare di 5 piani costruito a piramide con una serie di finestre a nido d'ape tutte in arenaria rosa, è il simbolo di Jaipur, molti credono che l'Hawa Mahal fu costruito proprio così affinchè le reginelle dell'epoca potessero far coccolino dalle finestrelle senza essere viste.
il City Palace si estende su un'area vasta, è composto da una serie di edifici diviso fra cortili e giardini che si aprono si chiudono e si aprono, costituisce una delle attrazioni turistiche più famose a Jaipur, però diciamo pure che alla fine di questa gita culturale non ci ha impressionato più di tanto, altrettanto dicasi per il Forte Amber, bello, imponente ma.. uffa che noia.
Terminiamo con un'escursione al Jaipur Bazar, immersi e persi in una calca indiana indescrivibile. Partenza per Delhi con successivo rientro in Italia, stavolta mi affido soltanto a un dolce spedito rientro sognando crostini di polendina fritta cosparsi di funghi porcini dell'Abetone, pappardelle sulla lepre e una sana bistecca alla fiorentina, alta 4 dita cotta al sangue sulla brace. Il vino? un'Ornellaia scaraffato 40 minuti prima.. non reperibile? allora please.. portatemi un'Amarone
Slurp..arrisentissi e sempre rammentarsi
      Stop violence  against children!


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