Passaggi riflessi , libro di Anna Maria Benone, prefazione

Da Dedalus642 @ivanomugnaini

Qui di seguito la parte iniziale della mia prefazione al libro di Anna Maria Benone Passaggi riflessi. Ulteriori notizie sul libro e sulle presentazioni previste possono essere reperite a questo link: http://sileleeditore.altervista.org/joomla/di-prossima-pubblicazione/148-passaggi-riflessi e su questa pagina https://www.facebook.com/AnnaMariaBenonePagina .   IM

Passaggi riflessi, Anna Maria Benone, Edizioni Selele, 2014

Il senso del divenire reso esperienza, assimilato gradualmente fino a tramutarlo in ragionamento, senza mai perdere quell’emozione che lo genera e lo nutre. In questo percorso e questo progetto, sintetizzato anche nel titolo del libro, è racchiuso l’arco espressivo di questo volume di poesie di Anna Maria Benone. La poesia dell’autrice spazia tra memoria di istanti vissuti e proiezioni di idee, speranze, ideali onirici ma allo stesso tempo basati sulla concreta pratica dei rapporti umani, sulla convivenza, sul rispetto, su una idealità resa esperienza quotidiana, vissuta, o, più esattamente, sperata. Una delle possibili chiavi forse è collocata proprio nella poesia eponima, quella da cui è stato ricavato il titolo del libro, Passaggi riflessi: “Nella leggerezza il ricordo./ Ascolto eteree melodie./ Il dolore si allontana,/ abbrevia le distanze/ simmetrie parallele/ di/ passaggi riflessi”. Il ricordo è leggero. Ma questa leggerezza ha un peso specifico, un potere, una potenzialità complessa. Riesce ad allontanare il dolore. A tenerlo a bada, non a dissolverlo. Perché è proprio la coesistenza tra dolore e ricerca di serenità che gioca un ruolo determinante, in questa specifica poesia e nella totalità della raccolta.
La poesia di Anna Maria Benone è lineare, priva di orpelli barocchi o di metafore articolate. Non è tuttavia una poesia dedita ad una osservazione del mondo estatica ed anodina. C’è una consapevolezza, non di rado amara, delle imperfezioni del tempo e del destino, dei distacchi dolorosi, del divario tra sogni e realtà. Le distanze a cui fa cenno la poesia sopra citata, sono il fardello di cui tenere conto, la sfida da superare, il nodo da sciogliere come quelle “simmetrie parallele”, quasi un ossimoro spaziale e temporale, una di quelle contraddizioni di termini che la vita rende ineludibili.