Passeggiando nei Giardini di Inanna

Da Femina_versi @MicaelaTweets
Passeggiando nei giardini di Inannadi Valentina Lisci Spina
Le poesie di Micaela Balice vanno lette tutte d'un fiato. Risveglio viscerale che palpita dentro di me strofa dopo strofa. Se la sensualità del divino femminile avesse un nome si chiamerebbe "I Giardini di Inanna". Caldi fiotti di percezioni sottili, penetrazioni perfette tra maschile e femminile. Femmina per eccellenza, Micaela mette a nudo la sua anima per rivelare l'arcana scintilla originaria che pulsa in noi. Immensa voglia di ricongiungimento con l'infinito. Ella rinuncia all'individualismo poetico per fondersi con l'anima collettiva di quelle che lei chiama "le Molte". Un processo archetipico che solo chi ha toccato il cuore della poesia è in grado di compiere. Ricongiungo con la memoria di una Torino sonnolenta l'abisso dei suoi occhi, nere miniere di misteri, con le strofe che leggo, verificando da sola questa narrazione corale. Respiro tutte le resistenze della primordiale congiunzione dei generi, anelito all'androginia perfetta. Vivo sulla mia pelle la solitudine di Saffo, l'angoscia di Lilith, l'imperfezione di Adamo. Una solitudine propria dell'autrice, non crisalide di ghiaccio ma spazio creativo per eccellenza. Mi piace immaginare questa sorella china sulla terra a cogliere versi. Divino fermoimmagine. Leggetela.
"I Giardini di Inanna", Akkuaria 2011

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