Passeggiando per Napoli: la bellezza storica di piazza Cavour

Creato il 15 febbraio 2015 da Vesuviolive

Napoli è un vero e proprio museo a cielo aperto: è risaputo che camminare per i suoi vicoli e passeggiare per le sue strade equivale a fare un tuffo storico nel passato, alla scoperta delle antiche leggende e degli episodi storici più salienti della città, scrigno di bellezze e di arte.

Oggi VesuvioLive porta i suoi turisti-lettori nella bella Piazza Cavour, amplissima agorà che racchiude storia e musei, negozi e fiumi di gente in un’orchestra musicale costante di traffico, automobili e autobus; storia e personaggi emblematici infatti si fondono in questa importante e antica piazza di Napoli per raccontare agli appassionati qualcosa di sé. Anticamente conosciuta come Largo delle Pigne, situata tra i quartieri Stella e San Lorenzo, la bella piazza deve il suo nome al Conte Camillo Benso di Cavour, ben collegata quindi con Via Costantinopoli che porta a Piazza Bellini, Piazza Dante che affaccia sulla bella Port’Alba e Via Duomo, ben servita pertanto dalle Linee Metropolitane che collegano al MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Situato nel centro storico in realtà il servizio ferroviario entrò in uso a partire dal 20 settembre 1925, con l’attivazione della tratta ferroviaria da Pozzuoli Solfatara a Napoli con due binari passanti della già così detta Metropolitana; ancora oggi vi fermano tutti i treni provenienti da Gianturco e per Napoli Campi Flegrei, oltre ai regionali per Formia e Salerno: il traffico passeggeri è altissimo durante tutte le ore della giornata, causando talvolta enormi disservizi. Osservando le antiche fotografie in bianco e nero si evince che già dal 1920 Piazza Cavour era famosa per i suoi numerosi e grandi giardini che ne occupano tutta la parte centrale, inglobando quindi nel disegno urbanistico le due stazioni della metropolitana poste ai limiti laterali della piazza, ma anche fermate di autobus, l’ingresso al piccolo Museo del Sottosuolo di Napoli e la bella Fontana del Tritone. Comunemente conosciuta dal popolo napoletano come la Funtana delle Paparelle (forse per via della presenza nella vasca di piccoli anatroccoli durante gli anni passati – ndr) la Fontana del Tritone, interamente realizzata in bronzo, pone le sue origini in un arco temporale che va dal 1871 al 1879.

Il suo nome deriva dalla statua del Tritone di Carlo De Veroli che l’Ente Autonomo Volturno volle porre al centro della piazza quando i lavori di restauro del 1932 promossero anche la costruzione di una nuova balaustra con cancellata, evidentemente per proteggerla. La statua, una copia dell’originale fu commissionata alla fonderia Chiurazzi che deteneva il modello autentico e sostituì una precedente scultura, fu vittima di alcuni vandali in occasione dei festeggiamenti per la vittoria del primo scudetto della squadra di calcio del Napoli nel 1987: il Tritone, completamente dipinto di azzurro, venne già rimaneggiato nel 1917 da Pasquale Cerino per un primo intervento alla vasca. Posta poco distante dal Rione Sanità, quartiere dove nacque e crebbe Totò, nel 2006 la fontana venne all’attore dedicata, su una decisione della giunta comunale; infatti presso la stazione Museo è presente una targa commemorativa in marmo, dedicata al tanto amato Principe Antonio De Curtis.

Piazza Cavour adornata con tantissimi e alti pini, era in verità considerata come un grande collettore di acque piovane che dalle colline discendevano sino alle mura della città. Nel 1537 fu eseguito l’ampliamento delle mura verso l’esterno, promosso da Don Pedro de Toledo ed è in questo periodo che cominciano a essere innalzati i più bei palazzi della piazza, come Palazzo della Cavallerizza e la zona denominata le Cavaiole perché ivi risiedevano le famiglie della Cava, cioè Cava De’Tirreni, raggiungibile tramite un ponte costruito nell’ambito dell’edificazione della porta di Costantinopoli, il quale scavalcando il fossato collegava la zona con la porta e quindi con la città; un’altra antica porta della piazza è Porta San Gennaro così nominata perché conduceva direttamente alle famose catacombe dove in passato si trovavano le sacre reliquie del santo patrono napoletano. Nel 1812 Gioacchino Murat provvide alla risistemazione di tutto l’asse stradale sino all’antico Albergo dei Poveri (voluto da Carlo III, nell’omonima piazza – ndr), preoccupandosi anche del riempimento dei fossati del largo e l’adeguamento edilizio delle costruzioni che rendevano angusto il passaggio.

Piazza Cavour durante tutto il XIX secolo purtroppo rimase un luogo senza forma né ordine: casupole, baracche, botteghe di marmisti e altri mestieri all’aperto pullulavano nella piazza, la quale era anche luogo ideale per l’allestimento di circhi, serragli, fiere ed esposizioni di vario genere finché solo nel 1835 Luigi Malesci la risistemò. Negli anni ’50 del XX secolo la grande corsa alla ricostruzione della città partorì la cortina di condomini sul lato meridionale che letteralmente soffocano la chiesa di Santa Maria delle Grazie e il grande edificio al di sotto della collina di Caponapoli: i nuovi edifici distrussero la fila di palazzi ottocenteschi alti al massimo due piani, che permetteva una visione delle tracce delle antiche mura difensive. La cortina ottocentesca rimase intatta fino a Via Costantinopoli, ma scomparve anche il famoso Teatro Partenope del 1828. Imponente per via dell’importanza viaria ben collegata, Piazza Cavour è ancora oggi una delle piazze più importanti del centro storico di Napoli, famosa per la sua storia e le sue vicissitudini.


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