Passi di libri, passi di vita Charles Bukowski, Shakespeare non l'ha mai fatto

Creato il 08 febbraio 2013 da Emanuelesecco

È passato un po' di tempo dall'ultimo appuntamento con questa rubrica. Scusatemi, ma il daffare non manca mai, anche per uno studente universitario. Questo, ovviamente, non vuol dire che non leggo più, anzi.
Oggi voglio proporvi un altro libro di Bukowski che mi sono trovato tra le mani. Tuttavia non lo farò nel solito modo.
Già, niente mini recensione/descrizione del libro.
Questa volta lascerò che siano i passi che ho scelto per voi a raccontarvi il libro e a invogliarvene la lettura. Pigrizia? No. È solo che non so cosa dire di questo libro, tranne che la sua lettura mi ha aiutato molto per una cosetta che sto scrivendo in questo periodo. Un diario di viaggio, un po' come lo è questo Shakespeare non l'ha mai fatto.
«Ciò che interessa la maggior parte delle persone mi lascia del tutto indifferente. Comprende un elenco di cose come: balli di società, montagne russe, andare allo zoo, picnic, film, planetari, guardare la televisione, le partite di baseball; andare ai funerali, matrimoni, feste, partite di pallacanestro, corse automobilistiche, letture di poesia, musei, rally, dimostrazioni, proteste, giochi da bambini, giochi da adulti... non mi interessano le spiagge, il nuoto, lo sci, il Natale, il Capodanno, il 4 luglio, la musica rock, la storia mondiale, l'esplorazione, i cani da compagnia, il calcio le cattedrali e le grandi opere d'Arte.
Come fa un uomo quasi senza interessi a scrivere di qualcosa, qualunque cosa sia? Be', io ci riesco. Scrivo e scrivo di quel che resta: di un cane randagio che scende lungo la strada, di una moglie che assassina il marito, dei pensieri e delle sensazioni di uno stupratore mentre azzanna un panino con un hamburger; della vita in fabbrica, della vita nelle strade e delle stanze dei poveri, dei mutilati e dei pazzi, di una stronzate simili, scrivo moltissime stronzate così...»1 
«Le persone si agitano perché i conti non tornano e rimangono troppo a lungo a fare lo stesso lavoro ingrato e la sera si rifiutano di scopare con le o gli amanti o picchiano i figli o soffrono di indigestione o di insonnia, di meteorismo o di ulcera sanguinante, odiano l'economia e quelli che comandano, il governo, le superstrade – tutti gli odi ragionevoli e inutili –, gli vengono le contrazioni alle dita dei piedi, gli spasmi alla schiena e gli incubi alla fine dell'insonnia. Perché hanno tenuto gli occhi aperti tutto il santo giorno e hanno visto troppo.»2 
«Eravamo tornati in America e il tassametro ticchettava, e tutto quello che dovevo fare era scriverlo ancora una volta.»3

Non mi resta altro da fare che salutarvi e sperare di avervi stimolato anche un minimo interesse verso questa ulteriore perla del caro zio Buck.
A presto!
E.

1. Charles Bukowski, Shakespeare non l'ha mai fatto, Giacomo Feltrinelli Editore, Milano, 2010, p. 42
2. Ibidem, p. 73
3. Ibidem, p. 97

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :