That you’ll ever do..
Uno è il numero più solo che potrai mai realizzare… così cantava in una struggente canzone di qualche anno fa, inserita nella bellissima colonna sonora del film Magnolia, la cantautrice americana Aimee Mann. Un monito che oggi sembra trovare la sua conferma in un “attitude”, un modo di intendere la vita contemporanea, che vede la coppia, il doppio, vincente rispetto alla singletudine.
Non parliamo solo di sentimenti ma di ogni ambito della vita, soprattutto quella professionale, dove oggi il numero due è considerato quello giusto, quello da rincorrere, la chiave perché le cose funzionino tra amici, colleghi, innamorati.
La bibbia delle ultime tendenze, Vanity Fair, ha colto in anticipo questa inclinazione e l’ha segnalata. Cominciando dalla moda.
Accanto alle modelle-attrici più “in”, testimonial e icone dei grandi marchi, che continuano a resistere, le maggiori campagne pubblicitarie del momento vedono protagoniste due modelle, diversissime tra loro o quasi identiche, oppure un lui e una lei che trasudano complicità, intesa, ambiguità; insomma tutte quelle caratteristiche che rimandano al doppio. Quando si tratta di interpretare la filosofia e lo stile di vita di uno stilista, o di un’essenza, l’atmosfera giusta e innovativa è quella creata dall’ambivalenza e dalla specularità di una coppia, più che dall’allure del singolo.
Ciò vale per gli stessi capi di moda, dagli accessori agli abiti. Ecco dominare la passerella, per la prossima stagione autunnale, calze con fantasie diverse l’una dall’altra ma da indossare rigorosamente insieme, borse double-face e abiti bicolore.
- Low-Commitment Projects
Il passo a due domina anche nel campo artistico. Nella musica sono vincenti le band composte da due soli elementi. Un esempio per tutti quello dei The Black Keys, freschi vincitori di due Grammy e padroni delle classifiche internazionali.
Da noi, per rimanere in tema, impazza la moda dei duetti, non solo al Festival di Sanremo, ma anche nella discografia d’autore. L’ultimo disco del ricercato cantautore Pacifico, dal titolo emblematico Una voce non basta, contiene quello che per lui era un desiderio: una serie di duetti con i colleghi italiani e stranieri da lui più stimati, la realizzazione dei quali, ha dichiarato, gli ha regalato una inattesa felicità.
L’ambito dove però la coppia sta diventando una vera arma vincente è quello lavorativo e creativo. In due, sembra dirci il mercato delle idee, si pensa e si realizza meglio. Nel design stanno facendo parlare di loro i Low-Commitment-Projects, team composto da Tae Kitakata e Brittany Powell, vicini ma distanti: uno vive alle Hawaii e l’altra in Oregon e ogni giorno producono un’idea finora di successo.
Così mentre il tessuto sociale si frantuma e tende all’uno – passando dalla pluralità a “famiglie” unipersonali, coppie senza figli e famiglie monogenitoriali – si ambisce al due.
Questo sito di incontri online permette all’utente di “curiosare” fra centinaia di profili di professionisti a livello globale, inviare emoticons (faccine), scrivere messaggi limitati a 250 caratteri, oppure inviare vere e proprie presentazioni di se stessi, tramite immagini o video. La piattaforma provvederà poi ad inviare le informazioni sulla compatibilità con gli altri profili sulla propria Dashboard. Una volta individuata la rosa di “anime gemelle professionali” basterà contattare quella che vi piace di più, senza alcun rischio di disseminare i propri dati. Infatti, come spiegato ancora da Naveed Nadir, proprio a causa della natura prettamente professionale del sito, gli utenti di LinkedIn godono di un maggior senso di sicurezza nelle interazioni con altri professionisti.
- Pacifico
Allora siete convinti che comunicando e condividendo ci si può esprimere meglio?
Per ribadire il concetto a chi ancora avesse qualche dubbio, rispolveriamo una vecchia battuta. A pronunciarla era un giovanissimo Stefano Accorsi in un famosissimo spot. In spiaggia con un amico, ammiccando a una “coppia” di ragazze, una bionda e l’altra mora, sceglieva un gelato, dicendo, in un inglese misto romagnolo: “Two gust is megl che one…”