In una giornata fra le peggiori, quelle in cui non vorresti più avere il collo tanto ti fa male, e neanche la testa per non vedere certi ceffi e non sentire certe telefonate, il dover preparare qualcosa perché hai fatto un invito è una fatica supplementare che non ci voleva proprio.
Eppure...... solo il cercare di inventare una ricettina nuova, nuova solo per me naturalmente, è diventato cura e gioco allo stesso tempo, e la serata si è raddrizzata.
E adesso son qui che scrivo, anche se sono stanchissimo. Ma soddisfatto.
Tralasciamo le riflessioni.
Sono andato dalla mia negoziante preferita, la Cinzia, (preferita perché ha frutta e verdura di eccellente qualità, oltre a certi vasetti.....) e ho composto così il mio primo: una melenzana a boccia, un peperone rosso e uno giallo, mezzo chilo di pomodori i più maturi che aveva, due pugni di olive calabresi, un pugno di mandorle pelate.
La pasta l'avevo in casa, ho usato questa. Non voglio ovviamente fare pubblicità ma la forma si adattava all'idea che avevo in testa: è facile che l'idea inconscia di questo piatto ci fosse già da giorni.
Un quarto di melenzana l'ho fatto a cubettini e l'ho fritto nell'olio di arachide.
Poi ho fatto dare l'acqua a due mezzi peperoni, questi
infine ho messo in padella, dopo aver sostituito l'olio di arachide con quello evo, i pomodori tagliati in quattro con l'aglio e le olive, oltre a una presa di sale
e quando i pomodori si sono un po' cotti ho mescolato tutto insieme, aggiungendovi le mandorle tostate pochissimi minuti
non mi sembra un brutto sugo, anche perchè è una citazione della caponata........
La pasta doveva cuocere otto minuti: dopo sei l'ho mescolata al sugo e l'ho versata nella pirofila.
Una spolverata di parmigiano (ma il pecorino è meglio) e un po' di pane grattuggiato.
E poi via in forno, un quarto d'ora.
Sono io il primo a dire che non sarà questo grande piatto ma mi sono divertito e questa è la cosa importante.