Dopo questa premessa e dopo un mese, non continuativo, di lettura, posso dire:
1. è scritto molto bene
2. gli Stati Uniti d’America che vengono raccontati sono tristi: nessuna speranza, nessun sogno americano, ma neanche italiano o bulgaro, nessuno spiraglio di speranza in assoluto
3. la famiglia, intesa in senso lato, ne esce male
Mi ha lasciato un senso di solitudine e di sopraffazione.
La storia è quella di una famiglia ebrea dagli anni quaranta agli anni novanta, una famiglia arricchita, con molti non detti e molte fragilità, una famiglia che cerca di trovare una motivazione razionale ad un evento drammatico che li colpisce senza che in realtà un motivo razionale ci sia.
Perchè il dolore e le tragedie spesso sono illogici e dunque ancor più devastanti.
Una lettura impegnativa, ma che, ripeto, sono contenta di aver concluso.
Pastorale Americana di Philip Roth, Einaudi