L'ottavo volume di Ken Parker edito da Mondadori Comics ci propone l'ultima storia nella quale compare Pat O'Shane, uno dei personaggi più vitali che Giancarlo Berardi abbia mai creato. Uomini, bestie ed eroi è il titolo dell'albo originariamente uscito nelle edicole nel lontano settembre del 1978, numero 15 della serie originale di Ken Parker pubblicata dalla Cepim di Sergio Bonelli. Era il quarto episodio consecutivo nel quale la giovane vagabonda dai capelli rossi accompagnava Ken nelle sue avventure. A dire il vero sarebbe più corretto dire il contrario: è Lungo Fucile che fa da co-protagonista alle vicende ora molto tristi, ora perfino comiche della sfrontata adolescente. D'altronde questa è una caratteristica della vita di Ken: la sua empatia e la sua curiosità lo mettono continuamente alla ricerca dell'altro, al suo ascolto, a mettersi nei panni altrui. Lo dice lo stesso autore nella rubrica Berardi risponde:
"I personaggi come Pat sono i veri protagonisti della saga. E cambiano sempre di numero in numero con rare eccezioni. Ken è una figura a latere, un testimone, il fulcro attorno al quale si raduna una commedia umana lunga ottantotto episodi."Il rapporto con le persone è basato sulla fiducia, sulla lealtà e sul rispetto. Ken non esita a rimboccarsi le maniche se l'altro ha bisogno e lo merita. Con questa attitudine Ken è anche molto vulnerabile, e infatti ne prende tante (fisicamente e psicologicamente), ma, nello stesso tempo, riesce a fare degli incontri straordinari. Già Nanuk, l'inuit simpatico e un po' filosofo, abile pescatore e compagno fedele in pericolosissime avventure nei freddi ghiacci dell'Alaska settentrionale, aveva incrociato il destino di Ken lungo tre storie indimenticabili, nelle quali era nata una vera amicizia fra i due che Berardi aveva tratteggiato con molta sensibilità.
Pat si spinge oltre: instaura con il Nostro un rapporto particolare nato da una terribile tragedia, l'assassinio del fratello maggiore che la lascia sola al mondo. Incontra Ken in una cittadina dell'Alaska meridionale in un frangente per lui molto delicato. Scambiato per un delinquente e frettolosamente condannato alla pena capitale, Ken viene aiutato ad evadere di prigione dopo che Pat si era spacciata per sua figlia. Nasce così il legame fra i due, nel quale Lungo Fucile è un po' amico, un po' fratello maggiore, un po' padre e anche un po' fidanzato.
L'albo in cui avviene la reciproca conoscenza è uno dei migliori, il numero 12 della serie originale, intitolato La ballata di Pat O'Shane. L'importanza dell'albo è duplice. Da una parte, nella sceneggiatura, Berardi abbandona definitivamente le didascalie sostituendole con il testo e lo spartito di una canzone, la ballata di Pat O'Shane appunto, scritta e musicata da lui stesso, che fa da coro alle avventure narrate nell'albo. Dall'altro, nei disegni, Ivo Milazzo ha raggiunto quella maturità nel tratto che non abbandonerà più nelle pagine di Ken: il protagonista e tutti i personaggi recitano con grande naturalezza ed espressività.
Lasciare Pat è molto doloroso anche per noi lettori, non solo per Ken. Perché ci siamo divertiti un sacco e ci siamo commossi con questa ragazza dai capelli rossi e con il viso punteggiato da lentiggini, impertinente e spiritosa, emotiva e simpatica, istintiva e coraggiosa, ancora bambina per certi aspetti e già donna per altri. Ma non poteva andare diversamente: Pat ha realizzato il sogno di stabilirsi in un ranch acquistato con i propri risparmi, dove sarà aiutata da due onesti lavoratori e da un giovane che le vuole bene. E Ken la ha accompagnata in questa impresa mettendoci, come al solito, tutto se stesso."Chiuso in un ranch mi sentirei come in prigione"obbietta Ken a Pat che non vorrebbe lasciarlo andare via. E aggiunge:
"Ora non hai più bisogno di me. Hai messo le ali, ed è giusto che voli libera, senza pesi..."C'è tutto Ken Parker in queste due frasi. E quello che Ken lascia nel cuore degli altri, Pat lo grida con tutto il fiato che ha in corpo mentre due lacrimoni le rigano le guance:
"Ti porterò nel cuore, Ken! Per tutta la vita!"