Gli appassionati di verde più smaliziati e gli ortisti più informati non rimarranno certo stupiti, ma negli occhi degli altri -quelli che magari hanno appreso da poco la differenza tra Ciliegino di Pachino Igp e un San Marzano Dop- potrebbe baluginare un lampo di sorpresa. Con ibridi, innesti e continue sperimentazioni l’orticoltura stabilisce ogni giorno veri e propri record di biodiversità, questo è almeno l’intento di studiosi e ricercatori.
Se fate una ricerca su Google, potreste imbattervi in quelli che non possono essere considerati neologismi da contadino 2.0 ma che sono dei veri e propri ortaggi: patanzana, pomotata e carozzomelo, solo per citarne alcuni non sono gli ortaggi del fantabosco o parole senza senzo vomitate da qualche marmocchio, ma innesti alcuni dei quali nati in Nuova Zelanda, ma poi diffusasi in molti altri paesi del mondo, come Inghilterra, Stati Uniti, Corea e Giappone. In particolare la pomotata è una pianta realizzando innestando la parta epigea della patata con la parte aerea del pomodoro.
INNESTI BEN RIUSCITI Per avere patate e pomodoro dallo stesso esemplare, basta piantare il pomodoro e la patata uno di fianco all’altra, dopo la formazione della parte epigea si pratica l’innesto per approssimazione semplice operando un taglio a linguetta della stessa altezza e della stessa misura su ognuna delle due piante. Poi vanno incastrate e unite con un elastico, basta poi solo tranciare la parte radicale del pomodoro e togliere la parte aerea della patata e il gioco è fatto. Risulta, ovviamente, fondamentale come nella maggior parte degli innesti, rispettare la familiarità delle verdure (entrambe appartengono alla famiglia delle Solanaceae) altrimenti l’innesto non funziona. A parte la pomotata, esistono anche il Carozzemolo, metà carota e metà prezzemolo, e la pantanzana, metà tra patata e metà melanzana, quest'ultime entrambe solanacee. Non si tratta di piante geneticamente modificate, ma di un lavoro fatto per mantenere le biodiversità.
La Thompson & Morgan vende e commercilizza online questo ibrido di patata e pomodoro
Qualcuno dice che la pomotata, o tomtata d’oltremanica, era già stata ottenuta negli anni Cinquanta, in Italia da un certo Lorenzo Bruno, pavese di nascita e oste di professione. Fu lì in quell’occasione che Solanum lycopersicum e Solanum tuberosum si sposarono celebrando la cerimonia di un semplice (non tanto semplice) innesto. Ma sul fronte della resa organolettica, le pomotate furono accantonate dal tizio in questione perché gli avventori della sua osteria non gradivano… o non capivano. Ma sulla veridicità della storia non è dato sapere. Fatto sta che ultimamente una società inglese, la Thompson & Morgan vende e commercilizza online questo ibrido di patata e pomodoro. TomTato, quindi, è già disponibile nel Regno Unito e secondo i suoi ideatori dei tempi moderni, i pomodori coltivati in compagnia delle patate risultano molto più dolci di qualsiasi varietà. Mentre per altri – dal punto di vista organolettico – non cambia assolutamente nulla. Lascio a voi l’ardua -dovuta alla difficoltà a reperire così su due piedi una pomotata- sentenza.
Se volete saperne di più visitate il sito della Thompson & Morgan