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TESTATO SU
MOBILE
Genere: Strategia
Sviluppatore: Birnam Wood Games
Produttore: Gameblyr
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Italiano
Giocatori: 4
Data di uscita: 07/11/2013
Pathogen, sviluppato dal team indie Birnam Wood Games, è il nuovo rappresentante di quel genere, denominato turn-based board game, che vanta precedenti ben più blasonati (chi si ricorda di Othello?) e che sembra adattarsi agli schermi touch dei nostri dispositivi mobili grazie, principalmente, all’intuitività dei controlli. Come avrete capito dal nome, Patoghen prende ispirazione al mondo dell’infinitamente piccolo e in particolare a quello dei virus e a come essi si propagano all’interno di un corpo vivente.
LA PASSIONE PER L’ASTRATTISMO
Le meccaniche che sorreggono questo particolare titolo sono, all’apparenza, molto semplici e veloci da imparare. L’unico obiettivo da soddisfare per portarsi a casa la partita è quello di diffondere il proprio agente patogeno occupando la maggior parte delle caselle che compongono il campo di gioco contrastando, al contempo, l’avanzata avversaria. Per farlo avrete a disposizione diversi tipi di “cellule” e un virus. Per l’esattezza le cellule sono tre: una di tipo A (ossia la più debole), il tipo B (la mezza via) e il tipo C (le cellule a più alto potenziale). Secondo un rigido ordine gerarchico, le cellule di livello più alto possono propagarsi ed infettare quelle di livello più basso che si trovano nelle caselle vicine e così via, ma non può avvenire il contrario. Il virus invece tiene fede alla sua nomea; esso infatti se utilizzato su un determinato tipo di cellula si propaga alle altre adiacenti dello stesso tipo, distruggendole e liberando le caselle. Ogni mossa corrisponde ad un turno e, come avviene negli scacchi, deve essere ben ponderata, perché gli agenti patogeni più potenti (B e C) ed il virus non possono essere utilizzati in ogni momento; ognuno ha un determinato periodo di cool down (rispettivamente 4, 8 e 10 turni) in cui l’uso non è consentito.
Se le meccaniche di gioco vi sembrano superficiali, le strategie invece sono potenzialmente infinite mentre le modalità presenti sono essenzialmente due. Una è ovviamente la campagna single player un po’ piatta, che serve essenzialmente per imparare i diversi meccanismi e le migliori strategie per vincere; mentre Pathogen mostra il meglio di sé in multiplayer, contro giocatori umani ben più intelligenti rispetto l’IA. Le sessioni online, che possono essere affrontate sia in locale che worldwide (qui però i giocatori non si trovano spesso), si dimostrano infatti più difficili ma anche più divertenti e soddisfacenti, come una partita a scacchi. I differenti scenari inoltre aiutano a non annoiarsi e ad adattare di volta in volta la strategia di gioco.
Pathogen si è dimostrato un buon titolo strategico, ma l’aspetto grafico e sonoro così minimal non riesce a coinvolgere. Pochissimi sono i colori che dominano lo schermo, mentre i differenti tipi di cellule vengono semplicemente rappresentati da simboli stilizzati che aiutano a distinguerle. Anche la colonna sonora è improntata all’ “essenziale è bello”, con un unico motivetto elettronico molto anni ’90 che costituisce la base, mentre ogni cellula posta sul terreno di gioco è associata ad un suono, come fosse il tasto di un pianoforte. Insomma, una passione per l’astrattismo che questa volta non funziona.
Pathogen è un buon titolo strategico, a patto che venga giocato con avversari umani, la campagna in singolo infatti serve più che altro a far pratica, dato che l'IA non si è mai dimostrata un mostro di intelligenza. Il comparto grafico e sonoro inoltre potevano essere un po' più curati, per il prezzo a cui l'applicazione viene proposta. ZVOTO 7