Sono dettagli che mi sono tornati in mente oggi leggendo di una sessione plenaria dell'UNESCO, tenutasi nella remotissima Baku, in cui la Festa dei Gigli è stata iscritta nella lista delle manifestazioni patrimonio immateriale dell'umanità.
La Festa è un grande, coloratissimo sogno: ma un sogno che viene sognato da una comunità intera che in esso si identifica e si riconosce. E cosa c'è di più aereo, delicato, immateriale di un sogno?
Domani tutti i nolani si risveglieranno e ritroveranno intatti problemi e preoccupazioni del giorno prima. Non sarà il sigillo UNESCO a spezzare d'incanto le tante catene che impediscono alla mia città di sviluppare il suo potenziale. Non sarà una decisione ratificata nell'Azerbaijan a convincere finalmente i miei concittadini a prendere su di loro il proprio destino; né essa avvicinerà di un metro a Nola tutti i nolani forestieri come me che vivono nel desiderio perennemente frustrato di due chiacchiere 'mmiezo 'a chiazza o di una passeggiata calpestando i basoli del centro antico.
Ma intanto adesso qualcuno in più sa che a Nola noi abbiamo questo sogno. E questo sogno è il dono di Nola anche per chi nolano non è.
Come ha giustamente chiosato mio padre quando gli ho dato la notizia, "in fondo la Festa era già patrimonio nostro. Mi fa piacere per il resto dell'umanità".