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Patto di corresponsabilità ed ideologia gender: scherzo di ferragosto

Creato il 10 agosto 2015 da Pedagogika2
bufala gender
Ieri sera mentre stavo al parco con figli ed amici ecco, che qualcuno allarmato mi chiede cosa so del patto di corresponsabilità educativa e "gener". Gender? Rispondo. Si forse gender!?. Risponde una mia amica che evidentemente non sa cosa si intenda col termine. Sinceramente ci metto due minuti a capire che l'allarme arrivava dal web. Ecco che un tema caldo e delicato si insinua tra discorsi frivoli ed estivi, il mondo social è sempre pronto a parlare di tutto non avendo cognizione di niente. Un vero paradosso.Ecco che mi ritrovo a spiegare alla buona cosa sia il patto di corresponsabilità che tra l'altro come genitori ed, alcuni come insegnanti dovremmo ben conoscere.Allora oggi provo a parlare del tema.Innanzitutto basta andare sul sito del MIUR, questo sconosciuto!http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/85b798ba-dac4-4c85-839c-327f63874d66/all_prot5014.pdf e troviamo il Patto di corresponsabilità educativa che coinvolge insieme scuola e famiglia. Il documento, diviso in due parti, prevede le norme per il comportamento dei docenti e le norme per il comportamento degli studenti, e si conclude con una tabella interna definitiva che serve alla valutazione del comportamento del discente.Nel documento sono elencate le norme per il comportamento del docente:
I docenti si impegnano a:
1. Fornire con il comportamento in classe esempio di buona condotta ed esercizio di virtù.
2. Curare la chiarezza e la tempestività di ogni comunicazione riguardante l’attività didattica o formativa in classe.
3. Promuovere in ogni occasione il dialogo, con il singolo studente e con il gruppo classe.
4. Adoperare ogni strumento atto al recupero delle insufficienze e delle lacune, durante l’anno scolastico.
4.1 Utilizzare il momento della “pausa didattica” come occasione per la promozione di didattiche partecipative e cooperative, come possibilità per dedicarsi al recupero delle insufficienze e alla valorizzazione dei successi didattici.
5. Adoperare con regolarità e precisione il registro personale, il diario di classe ed il registro dei voti on-line.
5.1 Provvedere con scrupolosità e costanza alla compilazione e all’aggiornamento settimanale del registro dei voti on-line.
6. Partecipare attivamente e con spirito di collaborazione a tutte le riunioni collegiali, nonché agli incontri con i tutor, con i docenti incaricati e con la dirigenza.
7. In fede ai principi dell’educazione personalizzata e al rispetto delle famiglie, evitare ogni giudizio frettoloso o sommario nei confronti degli studenti.
8. Migliorare costantemente la conoscenza della propria disciplina ed aggiornarsi sugli strumenti dell’attività formativa e pedagogica.
9. Promuovere un clima di collegialità e collaborazione all’interno del corpo docente.
10. Curare con attenzione l’applicazione delle norme che regolamentano la disciplina ed il comportamento degli studenti, segnalando sul registro, sul diario di classe o direttamente alla presidenza ogni mancanza o contravvenzione.
11. Dedicarsi con regolarità e passione all’attività della tutoria.
12. In qualità di docente tutor, garantire alle famiglie e agli studenti la possibilità di ottenere con regolarità i colloqui individuali, provvedendo a fornire orari per il colloquio compatibili con le esigenze lavorative dei genitori.
13. In qualità di docente incaricato di classe, promuovere la partecipazione degli studenti alle attività della Scuola, istituendo e dirigendo le riunioni di classe, invitando gli studenti
rappresentanti di classe a segnalare al Consiglio di Classe le loro istanze, promuovendo le iniziative della Scuola, come la rivista, le conferenze o le diverse attività extracurricolari.
     Gli studenti si impegnano a:
1. Frequentare con regolarità tutte le lezioni e le attività didattiche.
2. Comportarsi in modo corretto e rispettoso –sostanziale e formale- nei confronti del preside, dei docenti, del personale della scuola, degli alunni.
3. Utilizzare un linguaggio corretto nel rispetto dei ruoli e dell’istituzione scolastica.
4. Rispettare le strutture della scuola senza arrecare danni all’edificio e alle attrezzature messe a disposizione.
5. Rispettare il diario di classe.
6. Dimostrare lealtà nei rapporti interpersonali, nelle verifiche, nella vita scolastica.
7. Raggiungere gli obiettivi prefissati per il proprio curricolo dedicandosi in modo responsabile allo studio e all’esecuzione dei compiti richiesti.
[…]
11. Tenere il telefono cellulare spento e in cartella durante le ore di lezione.
12. Condividere la responsabilità di rendere accogliente l’ambiente scolastico e averne cura come importante fattore di qualità della vita della scuola.
13. Dare il buon esempio ogni qual volta si trovassero a contatto con gli studenti della primaria e della secondaria di primo grado del Centro Scolastico.
La famiglia si impegna a:
1. Valorizzare l’istituzione scolastica, instaurando un positivo clima di dialogo, nel rispetto delle scelte educative e didattiche condivise, oltre ad un atteggiamento di reciproca collaborazione con i docenti.
2. Rispettare l’istituzione scolastica, favorendo una assidua frequenza dei propri figli alle lezioni, partecipando attivamente agli organismi collegiali e controllando quotidianamente le comunicazioni provenienti dalla scuola.
3. Discutere, presentare e condividere con i propri figli il patto educativo sottoscritto con l’Istituzione scolastica.
Sono normate le uscite didattiche e la valutazione degli alunni. Oltre a quello certificato dal ministero dell’Istruzione, alcuni patti di corresponsabilità tra genitori, docenti e alunni sono pubblicati sui siti delle scuole.Nel documento non si parla affatto di “parità di genere”, non si parla in alcun modo di “educazione all’affettività” né di niente che c’entri in qualche modo con il gender.Ma vediamo cosa si intende per gender.Il termine italiano genere traduce l’anglosassone gender, introdotto nel contesto delle scienze umane e sociali per designare i molti e complessi modi in cui le differenze tra i sessi acquistano significato e diventano fattori strutturali nell’organizzazione della vita sociale. Il gender/genere ha così assunto il ruolo di categoria di analisi e interpretazione della conformazione esclusivamente sociale dei ruoli maschili e femminili, applicabile quindi a donne e uomini, considerando le une e gli altri come insiemi ampi e articolati, attraversati da differenze di ceto, culturali, etniche, religiose, di orientamento sessuale, di età, ecc.Nei vari contesti di ricerca in cui è oggi usata, la categoria di gender/genere problematizza l’identità sessuale naturalisticamente intesa, per cui il gender/genere sta a indicare i comportamenti associati o attribuiti all’identità sessuale, quindi i condizionamenti esercitati dalla società e dalla cultura sulla conformazione dei ruoli maschili e femminili. In termini più diretti il gender/genere  induce a seguire le linee di condotta ritenute consone a un sesso o all’altro, laddove l’orientamento sessuale indirizza il desiderio in senso etero e/o omosessuale, e/o transessuale. Quindi, per identità di  gender/genere s’intende l’insieme dei comportamenti collegati all’essere femmina e all’essere maschio che concorrono a definire l’ap­partenenza al gender/genere maschile o femminile anche riguardo alla percezione individuale del sé.In poche parole,  i Gender Studies mirano a individuare e a spiegare i motivi per cui ad un dato genere (maschile o femminile) vengano attribuiti dei ruoli specifici non strettamente legati alle caratteristiche sessuali (ad esempio perché le donne guadagnano meno degli uomini).
Attenzione, vi diranno che non è vero, che non c’entra niente con il gender.
Vi parleranno di cose buone come il rispetto , la lotta al bullismo, lotta alla violenza contro le donne e simili.
PARITÀ DI GENERE, EDUCAZIONE ALL’ AFFETTIVITA’
PAROLE CHIAVE dietro le quali vogliono nascondere
l’indottrinamento all’ ideologia gender dicedovi anche che questa non esiste.
NON CASCATECI !!!!
CON INGANNO VI FARANNO FIRMARE LA VOSTRA CONDANNA e non potrete più far niente perché avrete dato il vostro consenso. NON FIRMATE !!!!!
E la bufala continua a diffondersi! Semmai è vero che si è da più parti tentato di inserire nei programmi curriculari l'insegnamento all'affettività ed alla sessualità. Un tema spinoso dove si è spesso confusa l'affettività con la sessualità (intesa da un punto di vista meramente adulto). Ma bisogna ammettere che certe pratiche didattiche e certi materiali che sono circolati, in alcune scuole non hanno aiutato la situazione. Se il problema è quello di diffondere una cultura paritaria tesa a educare ai temi dell’uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne basata sul genere e del diritto all’integrità personale e ad eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza non è con una materia specifica d'insegnamento che si supera il problema ma con una società tutta che si impegna a smontare e criticare con i fatti più che con le parole tali atteggiamenti. Ogni atto scolastico è educativo, formale o informale che sia, quindi il vero problema è l'approccio alle persone, come si parla e ci si relaziona con loro e, i bambini e ragazzi sono persone e sanno quale sia la loro identità personale e sessuale. Il compito della scuola è fare in modo che diventino soggetti di diritto e son solo oggetti, che abbiano la libertà di realizzare ciò che sono senza che ciò sia ascritto ad un curricolo scolastico. E' anche vero che a lato delle teorie gender o di genere  oggi siano in corso di diffusione presso diverse scuole di ogni ordine e grado materiali didattici ed interventi apparentemente sull’affettività e sulla sessualità, ma che in sostanza tradiscono il giusto mandato di combattere ogni discriminazione, e invece intendono introdurre valori, contenuti e stili di vita riferiti ad ideologie più orientate allo sdoganamento dell'omosessualità, da una parte e della pedofilia, dall'altra; spesso promossi e gestiti da associazioni prive di alcun accreditamento presso il MIUR, senza alcun contraddittorio, e soprattutto senza alcuna richiesta o informazione preventiva ai genitori. Cosa che non deve stupire,  poiché i fatti affermano che tale politica è già in atto in molti paesi europei. Queste azioni, però, espropriano in modo inaccettabile i genitori del loro intangibile diritto/dovere di essere riconosciuti come primi educatori dei loro figli (Costituzione italiana, art. 30, è diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio […]”; Convenzione ONU sui diritti del fanciullo art. 14.par. 2) “gli Stati parti devono rispettare il diritto e il dovere dei genitori o alla occorrenza, dei tutori, di guidare il fanciullo nell'esercizio del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione in modo consono alle sue capacità evolutive”).L’unica legge che regola corsi tenuti agli alunni nella scuola da parte di esterni è quella dei Decreti Delegati che, come noto, stabiliscono per l’attuazione di tali corsi preventiva approvazione da parte del Consiglio di Istituto. Trattandosi di materia delicata occorre inoltre un’approvazione non formale, ma esito di un dibattito approfondito tra i genitori con i docenti della classe/scuola, con i Comitati dei genitori o con loro Associazioni per favorire delibere che siano realmente espressione della maggioranza dei genitori di quella scuola. I genitori devono conoscere in anticipo i contenuti degli incontri e dei testi in discussione, devono avere la facoltà di chiedere che il proprio figlio possa non partecipare senza nessuna conseguente discriminazione. Le attività di educazione affettiva sono aggiuntive rispetto alle attività curricolari quindi occorre da parte della scuola aver preventivamente recepito il consenso delle singole famiglie. Anche nel caso che l’argomento fosse trattato dai docenti della scuola, peraltro, si ritiene assolutamente necessario che i genitori ne siano informati e possano dare il proprio contributo, data la delicatezza degli argomenti. Anche la distribuzione di opuscoli su questi temi deve seguire lo stesso iter; deve essere osservata quindi la disposizione che prevede il consenso preventivo dei genitori. Quindi in conclusione, direi che su tali temi sempre delicati occorra da una parte informarsi senza cadere vittima degli allarmismi e delle bufale che circolano sui social, ma anche stare attenti ai contenuti che vengono offerti a bambini e ragazzi in formazione. La persona come genere e identità va letta su più fronti, così come vanno letti su più fronti certi fenomeni sociali che se da un lato perseguono intenti alti e nobili nella realtà fanno ben altro.  Fonte:
MIUR
Treccani on line
Costituzione italianaConvenzione ONU sui diritti del fanciullo   

  



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