Fare lo scrittore non è una "scelta di carriera", come fare il medico o il poliziotto. Più che sceglierlo, ne vieni scelto, e una volta constatato che non sei adatto a fare nient'altro, ti devi preparare a percorrere per il resto della vita una strada lunga e difficile.
A meno di scoprirti un favorito degli dèi (e peste colga chi vi fa affidamento), il tuo lavoro non ti procurerà mai abbastanza per mantenerti, e se ci tieni ad avere un testo sopra la testa e non morire di fame, è meglio che ti rassegni, per pagare conti e bollette, a fare un altro lavoro.
Lo capivo, ero preparato, non avevo rimostranze.
(Paul Auster, Sbarcare il lunario. Cronaca di un iniziale fallimento, Einaudi)