Il Brasile batte 2 a 1 l’Uruguay, grazie alla marcatura di Fred, a fine primo tempo, e di Paulinho, alla fine del secondo, ed è la prima
Foto Майоров Владимир, licenza CC BY-SA
squadra ad andare in finale. A riportare momentaneamente l’incontro in equilibrio ci ha pensato Cavani.
Bisogna innanzitutto sottolineare l’importanza che ha Brasile – Uruguay, una partita che non può essere considerata come una delle tante giocate. Il motivo risale al lontano 16 luglio 1950: quel giorno andava in scena, sempre in terra brasiliana, la finale della Coppa del Mondo e i padroni di casa vi arrivavano da grandi favoriti. Inutile a dirlo, l’Uruguay era considerato la vittima sacrificale, prossima a soccombere di fronte alla Seleção. E invece, la spuntò la Celeste, che gelò il Maracanà e trionfo inaspettatamente.
Per vendicare quella sconfitta che brucia ancora sulla pelle del popolo verdeoro, Felipe Scolari manda in campo gli undici titolari: Julio Cesar in porta; difesa composta da Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz e Marcelo; Luiz Gustavo davanti alla retroguardia; Paulinho e Oscar a ispirare il tridente d’attacco Hulk-Neymar-Fred.
Dato spazio alle seconde linee con il Tahiti, Óscar Tabárez punta dal primo minuto sul trio d’attacco Cavani-Suarez-Forlan per scardinare la difesa avversaria. Il resto della formazione prevede: Muslera tra i pali; difesa a tre formata da Lugano, Godin e Caceres; a centrocampo, la fascia destra è presidiata da Maxi Pereira mentre quella sinistra da Cristian Rodríguez; al centro, infine, giocano Arevalo Rios e Álvaro González.
Brasile 2 – 1 Uruguay (41′ Fred, 86′ Paulinho – 48′ Cavani)
L’incontro stenta a decollare nei primi minuti di gioco e un’ingenuità di David Luiz potrebbe dare lo spunto per assistere ad una partita a ritmi più elevati. Al 12′, su corner per l’Uruguay, il difensore del Chelsea trattiene in maniera evidente Lugano, che, bloccato, cade a terra e ottiene il rigore. Forlan si incarica della battuta ma il suo ex compagno di squadra ai tempi dell’Inter, Julio Cesar, intuisce e neutralizza il tiro, mal calciato. Al 14′, il risultato è ancora inchiodato sulla parità. Passato il primo vero pericolo, il Brasile esce alla distanza ma fa fatica ad avvicinarsi alla porta di Muslera. Gli uomini di Scolari peccano di imprecisione mentre i giocatori della Celeste sono più temibili e, al 30′, ci prova ancora Forlan: l’attaccante dell’Internacional stoppa e calcia a giro di sinistro ma non trova per pochi centimetri l’incrocio della porta. Negli ultimi 15′ del primo tempo, la formazione verdeoro torna in attacco e aumenta i giri fino a trovare, al 41′, il gol del vantaggio con Fred: Luiz Gustavo lancia in profondità Neymar che prova a superare Muslera con un tocco sotto. Il portiere del Galatasaray riesce a opporsi ma Fred è lestissimo a ribadire in rete e, questa volta, la poca precisione è decisiva. Il pallone, infatti, viene calciato di stinco e si insacca di precisione nell’angolo.
A inizio ripresa, l’Uruguay trova il gol che ristabilisce la parità e il marcatore è uno dei più attesi: Cavani. Dopo un flipper in area di rigore, il Matador infila Julio Cesar con un tiro rasoterra e angolato: 1 a 1 e Cavani si è finalmente sbloccato. Il Brasile torna subito all’attacco, affidandosi alla fantasia di Neymar e alle cannonate di Hulk, che ci prova su punizione e in sforbiciata. Dal canto suo, l’Uruguay risponde con un indiavolato Suarez che combatte su tutti i palloni e si fa sempre trovare pronto per cercare la rete. Come nel primo tempo, la Seleção esce alla distanza e schiaccia la squadra di Tabárez nella propria metà campo. L’ultima azione degna di nota della Celeste è di un ritrovato Cavani che, fatto fuori Hernanes con un dribbling secco, calcia in porta, trovando una deviazione a negargli la doppietta. Al 81′, su un nuovo corner, il Brasile trova la seconda e decisiva rete ai fini dell’incontro: Neymar mette il pallone sul secondo palo dove salta indisturbato Paulinho, completamente dimenticato da Caceres, e firma il nuovo sorpasso. Nel finale, gli animi si scaldano per la posta in palio e il leggero nervosismo che serpeggia in campo: Neymar da spettacolo con giocate d’alta scuola, nei falli subiti, accentuandoli, e nei battibecchi con i giocatori uruguaiani – come la scaramuccia avuta a bordo campo con El Tata González –. Cavani e compagni si buttano in avanti alla disperata ricerca della rete del 2 a 2 che, alla fine, non arriva.
Il Brasile vendica la storica e scottante sconfitta del 1950 e guadagna l’accesso alla finale di Confederations Cup. Non è stato un brillante Brasile quello che ha battuto di misura la nazionale di Tabárez, ma nel calcio conta vincere, segnando un gol in più dell’avversario, e la squadra verdeoro ci è riuscita, pur senza dare molto spettacolo. Fred è micidiale sotto porta, Neymar inventa giocate per i compagni ma è auspicabile che la sua partecipazione al calcio europeo lo faccia maturare per evitare simulazioni e cadute esagerate. Infine, la difesa di Scolari, nonostante qualche scricchiolio, regge bene. L’Uruguay può recriminare per il rigore fallito in un momento chiave del match. L’avesse trasformato, probabilmente sarebbe stata tutta un’altra storia e la Seleção avrebbe dovuto seriamente impegnarsi per capovolgere il punteggio.
Il migliore in campo è Julio Cesar, autore di una grande risposta su rigore che ha permesso di tenere ancora in partita i suoi e in parità la sfida. Opachi, invece, Hulk e Oscar.
Tra le fila dell’Uruguay, bene Cavani che ha trovato il primo gol del torneo – peccato sia ormai quasi giunto al termine –. Male Forlan che si è preso una grossa responsabilità dal dischetto, fallendola clamorosamente.
Articolo di Alessandro Liturri