Paure dei bambini: pensieri ed emozioni spiacevoli

Creato il 04 dicembre 2013 da Educareibambini

Le paure dei bambini sono molteplici: esse fanno parte delle nostre emozioni ed attengono al nostro pensiero.

Vogliamo introdurre questo articolo sulle paure dei bambini con la mail di mamma Luigia, che ci ha scritto per ringraziarci di averle dato una mano, con i nostri consigli, a risolvere un particolare momento vissuto con sua figlia Floriana (3 anni e mezzo):

“…..“Mamma io non voglio morire” così ha esordito Floriana qualche giorno fa.

Ma non si è fermata lì: dopo averlo detto ha continuato a ripeterlo per ore e ore… per la precisione 72.

Ho vissuto i tre giorni peggiori della mia vita: Floriana passava improvvisamente da una fase di gioco ad uno stato di totale disperazione.

Ora per “fortuna” è tutto passato.

Ma l’emozione di quanto successo è, per me, ancora forte. E tutto per un cartone animato!

La mia “fortuna” e salvezza è stata quella di avervi ascoltato durante il Tour di Educare i bambini alla felicità.

Appena mi è successo, dopo un iniziale stato di disperazione mi sono detta: ok questa fa parte delle paure dei bambini.

Ho applicato quello che ci avete spiegato, cercando di essere forte e non farmi trascinare dallo stato emozionale della bimba, ma anzi suggerendo anche ai nonni, necessariamente coinvolti in questo suo stato emozionale, come rispondere.

Grazie!!! Le vostre spiegazioni sul che cosa accada nella mente dei bambini nonché i vostri suggerimenti mi hanno risparmiato tante ansie, ma soprattutto mi hanno consentito di farle chiudere questa finestra negativa.

La linea di Losada e l’effetto Tetris, ora sono qualcosa di più che semplici parole …o giochi!

Grazie ancora

Luigia”

Pensieri ed emozioni: cosa sono

Per parlare di paure dei bambini è necessario partire dai pensieri ed emozioni e capirne la nostra reazione ad esse.

  • Le sensazioni positive verso un oggetto o una persona fanno sì che ci avviciniamo ad essa, ad esempio il profumo di un fiore. Quelle negative fanno sì che ci allontaniamo.
  • Le Emozioni spiacevoli come la paura, la tristezza, la rabbia sono la nostra prima linea di difesa da minacce esterne.

La paura è solitamente interpretata dall’uomo come:

  • il segnale di un pericolo;
  • la tristezza di una perdita;
  • la rabbia di una invasione del nostro spazio.

D’altronde basta pensare alla storia evoluzionistica dell’uomo per rendersi subito conto che pericolo, perdita, intrusione, rappresentavano minacce alla sopravvivenza fisica dell’individuo e della specie.

La selezione naturale ha promosso lo sviluppo di emozioni negative nell’uomo perché generavano risposta di lotta o fuga o sottomissione di fronte ai pericoli (la presenza di un animale feroce, ecc.), funzionali per la sopravvivenza e l’incolumità.

Lotta, fuga, sottomissioni sono azioni rapide e decise, in cui tutta l’attenzione si focalizza su alcuni specifici elementi e solo su quelli.

Le paure dei bambini sono legate a queste situazioni (riscontrabili anche negli adulti).

Facciamo un esempio: posizioniamo un pannello con una foto (con una macchia sfuocata sullo sfondo) e chiediamo a due adulti (questa volta non sono bambini) di discernere cosa secondo loro rappresenta la macchia sfuocata sullo sfondo: è un orso o un cespuglio di fragole?

Il primo afferma che è un orso, non si muove dal luogo in cui si trova.

L’altro ritiene si tratti di un cespuglio di fragole e va a prendersele tornando tutto contento (erano proprio fragole!!).

Si ripete la domanda…e ancora una volta la positività del secondo adulto gli permette di ottenere una gratificazione. Finché alla terza volta va a prendersi le fragole ma ahimé si trattava di un orso…e non torna più indietro.

Secondo voi l’evoluzione quale emozione avrà rinforzato nel tempo?

Oggi viviamo in un contesto ambientale dove meno frequentemente ci accade di essere minacciati nella nostra sopravvivenza fisica (non si vedono tanti orsi in giro per le città!!) ma quello che accade è che spesso attiviamo questi meccanismi automatici “emozione
spiacevole-reazione di attacco/fuga” anche quando non sarebbe affatto necessario.

  • Ad esempio, abbiamo paura di affrontare un genitore che critica il nostro operato o che pensiamo potrebbe criticarci e reagiamo con comportamenti di attacco oppure evitiamo il confronto.
  • Ci sentiamo minacciati e mettiamo in gioco antichi meccanismi appresi (senza arrivare a sfoderare lance e fionde).
  • Costruiamo situazioni inverosimili negative (come nel caso della piccola Floriana) e tendiamo a dar loro predominanza.

Possiamo funzionare in modo diverso?

È proprio così vero che tendiamo a metter la nostra attenzione su ciò che è negativo e non funziona?

È proprio vero che leggiamo il mondo esterno in termini di ciò che non va?

La risposta è “Sì”.

Le persone tendono solitamente a sottolineare/notare ciò che non funziona rispetto a ciò che funziona.

Se mostriamo a dei soggetti una sequenza di 5 espressioni matematiche, 4 delle quali esatte e una errata, le persone tendono prevalentemente a commentare la sequenza dicendo “c’è una espressione sbagliata/non tutte le espressioni sono corrette”.

È meno probabile che le persone dicano “Ci sono 4 espressioni corrette/c’è una SOLA espressione errata”.

È meno probabile che mettano in evidenza l’espressione corretta. Anche se provassimo ad invertire il rapporto tra equazioni sbagliate/corrette (su 5 espressioni 1 è corretta, 4 sono sbagliate), le risposte più comuni diventerebbero queste:

“Ci sono 4 espressioni sbagliate/c’è una SOLA espressione corretta”  invece che “C’è una espressione corretta/non tutte le espressioni sono sbagliate”.

Curioso vero?

Partiamo, quindi da questa consapevolezza ed affrontiamo le situazioni che capitano a noi genitori ed ai nostri bambini avendo ben presente che in ogni momento la nostra mente (e quella dei nostri piccoli) tenderà a cercare la parte spiacevole più facilmente.

Ma con la consapevolezza che possiamo modificare tale atteggiamento giorno dopo giorno, con piccoli esercizi quotidiani, prendendo spunto dalla linea di Losada o dall’effetto Tetris di cui parleremo prossimamente (come ha fatto la mamma di Floriana), possiamo aiutare i nostri figli a essere positivi e a superare le loro paure.

Elena Besana e Roberto Bonanomi

Paure dei bambini: pensieri ed emozioni spiacevoli by Marco Masella

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