Bossi fu scultore alla scuola pavese di Giovanni Bonizzoni e di Giovanni Scapolla, dai quali ha ereditato le coordinate di stile che segnarono tutta la sua produzione artistica. "Siamo qui oggi per celebrare un pavese importante - ha sottolineato l'assessore Giuliano Ruffinazzi, presente per il sindaco Massimo Depaoli - che ha conosciuto la sua arte lavorando per 50 anni presso l'Arsenale di Pavia e dedicando la sua vita alla passione per l'arte. E' sua la statua di Padre Pio, a pochi metri da qui". Commosso il ricordo del pittore Adriano Matotea, collega di Bossi ed esponente della seconda fase della corrente Futurista, che ha posto l'accento sulle qualità umane dell'artista.
"State dando significato a questo momento - ha detto il fratello Mario rivolgendosi ai presenti - a Pavia Giovanni ha trovato il senso della cultura artistica. Erano i suoi primi passi, ma in famiglia cominciavamo a parlare di argomenti nuovi come la pittura. A volte, poi, venivano dei suoi amici a casa per farsi fare il ritratto: questo ci dava modo di evadere dalla quotidianità". Appena dopo la morte dell'artista, il fratello ha meticolosamente cercato notizie e fotografie, confluite in una monografia che oggi è stata donata all'amministrazione comunale.
a cura di Serena Baronchelli