PAVIA. Cattaneo e la ricetta per battere Renzi: costruire una cultura del centrodestra ma libera da catene.
Creato il 12 settembre 2014 da Agipapress
PAVIA: 11 settembre 2014, il ricordo di una data tragica per
l’umanità; il tredicesimo anniversario di una delle pagine più tristi della
storia, in cui si è messo in ginocchio il mondo occidentale. Una data che ha
cambiato radicalmente la nostra vita.
Eppure qualcosa, in Italia non è cambiata, non cambia mai: la
sinistra e i suoi elettori legati alla catena delle lobby e dei poteri forti, “le
catene della sinistra” così come scrive nel suo ultimo libro il giornalista de
Il Foglio Claudio Cerasa, libro presentato al Collegio Ghislieri.
Catene che non le permettono di vincere se non quando il centrodestra si
divide, che la portano ad avere un popolo di elettori pari solo ad un terzo
degli elettori stessi, sempre gli stessi 12 milioni; catene che fanno sì che un
segretario di partito ricopra anche un incarico di governo legando così ancora
di più i poteri “forti” alla guida del Paese, immobilizzandolo; una sinistra
radical chic che oggi si riconosce nella leadership di Matteo Renzi il politico
della sinistra più simile a Berlusconi che il panorama politico italiano abbia
mai prodotto. E’ un caso?
Quindi come uscire da questa situazione che cristallizza un
passato trasferendolo in un presente senza futuro? Cosa ne pensa l’Ingegnere di
Forza Italia Alessandro Cattaneo?
“Dopo la mia
esperienza di cinque anni al governo della città di Pavia - commenta Cattaneo oggi
consigliere comunale di opposizione - ritengo che le catene della sinistra sono
quelle che hanno tenuto ingessato il nostro Paese per tanto tempo, non voglio
scomodare una storia antica, ma il fatto di aver avuto il più grande partito
comunista dell'occidente in Italia senz'altro ha fatto sì che molti oggi siano
figli di quella cultura con un'impostazione per cui c'è una ragione che, per
definizione, sta solo da una parte e non dall'altra, che l'intelligenza o la
cultura devono per forza essere solo di un colore, anche se questo è autoreferenziale; e se è
vero che la sinistra italiana è stata anche vittima di questo atteggiamento, la
cosa curiosa è che proprio ora Renzi ha preso le distanze da tanti preconcetti.
E allora mi chiedo: le catene della sinistra sono rotte?”
Una domanda
provocatoria cui lo stesso Cattaneo ha cercato di dare una risposta. “Il fenomeno Renzi è sotto gli occhi di
tutti, è molto berlusconiano per certi versi, tra l'altro siamo in un periodo anomalo perché Renzi è riuscito a catturare un elettorato
sia da cgil che moderato e riesce a
tenerlo insieme grazie ad un'abilissima
capacità mediatica, non solo! ma nel suo caso c'è anche una capacità di
leadership, fattore indispensabile in politica, così come un'ottima
comunicazione e una capacità di sintesi nel far passare un pensiero.
Dall'altra parte credo che oggi Renzi
stia ancora vivendo la classica situazione di “luna di miele”; l'autunno sarà
decisivo, gli indicatori sono drammatici per l'occupazione, il debito pubblico galoppa ancor più elevato di
quanto facesse prima e non si riesce a tagliare la spesa pubblica. Venti
miliardi sono alle porte e non sono una cifra indifferente,saranno assorbiti da esigenze impellenti, dopodiché
non ci saranno risorse in più per fare nuove politiche e fare interventi ad
esempio sulle partite Iva; e allora sì che sarà messo alla prova”.
L'analisi di Cattaneo è precisa e ricca di spunti: “C'è una sinistra militarizzata che si prende
tutti i pezzi della società: istruzione, giustizia, sindacati, attori, registi, volontariato, burocrazie di stato
che determinano con giochi di palazzo il governo nella maggior parte dei casi,
mentre il centrodestra arriva a governare solo attraverso il voto popolare, quindi
se il peccato originale della sinistra oggi fa affondare l'Italia, è anche vero
che c'è estrema debolezza nel centrodestra; manca una cultura di centrodestra. Quando
in Anci,(l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), ci incontriamo, gli
esponenti di sinistra portano scuole di partito che hanno radici già dai tempi
del liceo; nel centrodestra vige invece il fai-da-te, molto è lasciato
all'iniziativa personale con il risultato che poi in televisione trovano spazio
personaggi di destra che si avvicinano a cliché negativi”.
Catene anche per il centrodestra,
dunque, seppure forse meno resistenti ma in ogni caso penalizzanti secondo Cattaneo
che suggerisce come spezzarle per riconquistare gli elettori: “Occorre avere dei luoghi di lavorazione del
pensiero, creare una scuola di formazione politica; tutto questo il centrodestra
ce l'ha ma in misura minore, e per spezzare le catene occorre invece avere il
coraggio e la forza di fare le riforme che oggi in parte sta facendo Renzi. Mi
diverte vedere pensatori della sinistra che oggi sostengono Renzi mentre fino a
ieri criticavano quel tipo di politica, dall'altra mi rattrista che noi non
abbiamo avuto il coraggio e la forza di farla. Perché?”.
Una domanda per
la quale, però, Cattaneo ha già una risposta: “Probabilmente perché c'era un uomo al comando troppo solo, che in
alcune fasi storiche ha anche sbagliato le persone di cui si è contornato”. Evidente
il riferimento a Silvio Berlusconi unico leader della destra degli
ultimi 20 anni: “Occorre ricostruire
una leadership forte che si contrapponga a Renzi e per fare questo è necessaria
una formazione politica”.
Torna così l’idea già circolata mesi fa, anche prima del voto, secondo cui potrebbe
essere proprio Cattaneo il “predestinato” a diventare l’anti-Renzi, l’Ingegnere
in grado di ricostruire un progetto di centrodestra capace di liberare la vera anima del centrodestra affinché possa rendere il Paese capace di offrire il meglio di sé.
a cura di Federica Bosco
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