PAVIA. Con Daniela Vittori segretario di Azione Democratica conosciamo la politica di AD: trasversalità e attenzione al cittadino

Creato il 22 settembre 2015 da Agipapress

Daniela Vittori segretario di AD

 PAVIA. Un gruppo politico nato grazie al supporto della tecnologia e che usa la tecnologia per comunicare e diffondere le proprie prese di posizione ma che mantiene ben saldo il contatto con la realtà “reale” e non solo quella virtuale.
Sotto la guida di Fabrizio Protti fondatore del gruppo che fa capo all'Associazioni politica “Azione Democratica” il movimento ha gettato le basi per diventare un modello nuovo, un soggetto politico diverso dagli altri per il modo di far politica e, se ad un’analisi superficiale sembra riproporre il modello lanciato da Grillo con le assemblee online e la condivisione in tempo reale per favorire la partecipazione, in realtà poi assume una sua propria identità abbandonando il mezzo tecnologico e passando dalle parole e dalle analisi ai fatti concreti e reali. 

E lo fa ogni giorno su più fronti perché non è più solo un gruppo politico presente a Pavia ma ha debuttato in Oltrepò e sta organizzandosi per aprire anche sulla Lomellina.
Cerchiamo di capirne di più con Daniela Vittori il primo segretario provinciale di Azione Democratica e con lei parliamo ovviamente di progetti, obiettivi e metodo di far politica.  "E’ vero siamo nati sul web, anzi sui social perché lì ci siamo incontrati tutti, con Fabrizio Protti che è il fondatore del gruppo; questo accadeva non tantissimo tempo fa, tra febbraio e marzo scorso, a riprova che quando c’è una linea precisa e una volontà concreta di agire, il web diventa un ottimo canale di comunicazione, una valida palestra aggregante ma senza perdere di vista che di strumento stiamo parlando e non di un sostituto della realtà. La politica la si fa nella realtà di ogni giorno”. Ma da dove nasce tutta questa voglia di fare politica in un momento come questo in cui si registra una diatesi fra la politica pensata e fatta dai cittadini e quella retorica, strumentale e spesso bizantina fatta dai politici?  “Noi siamo anzitutto un gruppo coeso perché solo così si possono realizzare azioni propositive e utili, quindi con ricadute positive per la società; in quanto alla linea politica si è andata formando dalla rilevazione delle proteste esternate sui social. E il distacco dalla politiche che mostra la gente dipende dal fatto che non comprende più. Si fa troppa ideologia. Prenda ad esempio i talk show: lì si parla per concetti e per massimi sistemi, la gente invece parla di “sostanza” e di realtà quotidiane. Questo scollamento ha creato il disamore per la politica e un allontanamento sempre più forte da una politica parlata ma non agita. Noi cerchiamo di fare e facciamo esclusivamente azione politica concreta”. Va bene, è chiaro: guardate alla sostanza. Dai post però appare che la sostanza è di natura soprattutto amministrativa. Perché questa scelta, se vogliamo, un po’ cavillosa?  “E’ semplice; l’azione politica si fa attraverso atti amministrativi che provano le scelte e gli indirizzi politici decisi e seguiti dalle amministrazioni. Partire da lì aiuta a capire come avvengono certe scelte e soprattutto quello che apparentemente spesso non compare Tutte le Pubbliche Amministrazioni devono rendere pubblici i loro atti ma la gente non è ancora abituata a leggerle e a capirle; dovrebbe farlo invece perché alla fine diventano comprensibili. Anche noi stiamo imparando ogni giorno come si fa la politica ma sa che cosa abbiamo notato? Che il politico comunica frasi che sono poi smentite dagli atti. Le faccio un esempio concreto: l’intervista al sindaco Depaoli che a maggio ha fatto il punto della situazione della sua amministrazione. Noi di Azione Democratica avevamo visto le determine sul verde pubblico e avevano indicato alcuni elementi critici. La risposta del sindaco è stata “Non è colpa mia ma è la macchina comunale non mi ascolta”. A ben pensare si tratta di una scusa risibile perché sappiamo tutti che è la macchina comunale ad adattarsi alle indicazioni politiche dell’amministrazione”. Per rubare una definizione spesso attribuita al giornalismo d'Oltreoceano, diciamo allora che voi vi sentite i “cani da guardia” delle amministrazioni pronti a mordere laddove sbagliano?  “Il politico prima promette e poi smentisce, così noi cerchiamo di sbugiardare il politico. Se mette una pezza a ciò che non va, noi lo evidenziamo”. Un compito oneroso vista l’abitudine dei politici a non dare risposte secche e concrete ma a girare attorno al problema e spesso a vuoto. Dovete essere in tanti per poter seguire con attenzione tutto quello che accade anche se per ora vedo che siete a Pavia e a Stradella-Broni. Come affrontate tutto questo lavorio preparatorio e di ricerca dati?
“Gli attivisti sono circa una quarantina in tutto il territorio provinciale ma stiamo organizzandoci; ora cominciamo a fare sul serio e ad uscire sul territorio ed è stata strategica la scelta di Micaela Scala che ha portato con sé un’esperienza di organizzazione partitica importantissima e che ci fa fare un salto in avanti importante, e in modo efficace per il movimento”.
E’ di tutta evidenza che vi state integrando nel territorio grazie al tam tam dei social e alle vostre prese di posizione in tematiche di rilievo; ma quali sono i vostri rapporti con gli altri partiti?  “Ottimi con tutti tranne che con il Pd a Pavia e la Civica che lo sostiene; d’altronde fanno di tutto per non notarci anche se qualora dicessero che non sanno della nostra esistenza, mentirebbero sapendo di mentire. I rapporti sono buoni perché siamo un gruppo di “buon senso” e non siamo chiusi al dialogo ma nemmeno appoggiamo o contrastiamo nessuno a priori, da Sel a Fratelli d’Italia. Ragionando in ottica cittadina la politica per noi non ha un colore. Ci hanno accusato di essere ora di destra, ora di sinistra ed accaniti oppositori di questa giunta ma le nostre valutazioni avvengono sulla base degli atti amministrativi, considerandoli uno per uno, atto per atto”. Proprio a seguito del vostro livello tecnologico, per la vostra attenzione agli atti amministrativi direi quasi ossessiva, per la vostra attenzione ad ogni sfumatura della politica e per quel controllo “atto per atto” e ad ogni segnalazione dei cittadini, vi assimilano già al Movimento 5 Stelle. Una sovrapposizione rischiosa per un “prodotto” politico nuovo che invece ha bisogno di distinguersi chiaramente. Come spiegate questo e come agite per non essere fagocitati da altri movimenti venuti prima di voi “Ci hanno sovrapposti ai 5Stelle all’inizio del nostro cammino politico ma per noi non è un problema. Oggi realizzare un movimento politico nuovo non può prescindere da alcuni elementi di partenza comuni. Con i 5Stelle abbiamo la stessa matrice: il disagio sociale e la verifica politica ma poi è facile distinguerci da loro, le differenze sono evidenti. Una per tutte ma certo di primaria importanza: i 5Stelle usano la tecnica di non volersi alleare con nessuno. Noi invece siamo contrari a questo modus operandi perché stiamo con chi agisce a vantaggio della città. Non sposiamo la linea politica di nessuno ma verifichiamo procedimento per procedimento”. Se non sposate la linea politica di nessuno, allora come sceglierete le alleanze per le prossime elezioni?  “Anzitutto ci passeranno ahimè! tre anni e mezzo per Pavia. A quel tempo sarà tutto rivoluzionato perché sono troppi gli stessi politici che si dicono scontenti di come si compie la politica oggi. Per quell’epoca ci auguriamo, come associazione politica, che si possano vedere politici di “buon senso” e ci auguriamo possano fare una scelta coraggiosa; anzi, siamo sicuri che qualcuno la farà, a condizione però che non sia una scelta di comodo per tentare di cavalcare ancora l’onda del momento ma una scelta d’amore per la città”. Questo significa che sarete disponibili ad accogliere nel vostro gruppo politici fuoriusciti da altri partiti, scontenti e dissidenti, pronti a ricominciare da capo? E con quali criteri sceglierete i candidati?  “Come scegliere i candidati non l’abbiamo ancora deciso. Stiamo allestendo un sito in cui raccoglieremo tutte le informazioni relative alla nostra organizzazione, e anche come saranno i gradi di aggregazione attiva. Poi provvederemo a definire come sarà la persona da noi candidabile. Per noi quello che interessa non è il pacchetto di voti che un politico può portare ma conta la sua efficacia ed efficienza per la comunità” Ma i voti non contano proprio più niente?
“Sinceramente sono allergica alla parola “voto” per cui se un politico si presenta con un pacchetto di voti, prima deve dimostrare di avere capito e fatto proprio il nostro statuto e le nostre linee politiche, deve essere disponibile all’attivismo e al lavoro diretto con la gente, sul territorio. Poi vengano pure i voti, ma non quelli delle clientele bensì quelli dei cittadini soddisfatti”.
Duri e puri, insomma e all’apparenza un mix di impostazioni acquisite da altri partiti come ad esempio Lega, M5S, Forza Italia, Sel dove l’attivismo ha un ruolo fondamentale; ma questo non danneggia la vostra identità creando confusione nel cittadino?  “No perché la nostra è un’idea e un metodo di far politica diverso: noi analizziamo e contestiamo gli atti e le scelte amministrative partendo dagli atti; noi facciamo politica contro ogni clientela e se uno aderisce ad Azione Democratica deve mettersi a disposizione per costruire per e con il buon senso”:
Quale sarebbe allora l’identikit del vostro sindaco ideale? 
"Anzitutto una donna ma che sia di spessore e dotata di coraggio e coerenza, non come gli esempi che abbiamo avuto in passato. Una donna che abbia, come tutte noi, capacità organizzative e veda la città come l’estensione della sua stessa famiglia”. (mpa)