“La crisi ucraina va vista non come un evento locale, ma una crisi globale – ha esordito Nicolai Linin, autore de "L'educazione siberiana" e principale relatore della serata – anche se il problema viene spesso circoscritto, in realtà la situazione dell’Ucraina è simile a quella della Spagna del 1930".
"In Ucraina convogliano importanti interessi geopolitici: da una parte si trovano Russia, India, Cina e Paesi in via di sviluppo, dall'altra c’è un mondo gestito dai poteri privati e da una finanza corrotta ha proseguito Linin -. Gli Stati Uniti non sono il capro espiatorio: in America ci sono tante persone buone, ma non possono intervenire perché vivono all’interno di un sistema marcio che ha ormai preso il sopravvento. Mancano approfondimenti, la gente spesso vuole apparire esprimendo il proprio giudizio: io la chiamo ‘generazione da talk show’. Quanto ci metterà il mondo ottuso e sconfitto dagli interessi privati a rendersi conto della verità?”
Sono seguite le testimonianze di chi era presente a Odessa quando si è verificato il rogo della Casa dei Sindacati, durante il quale alcuni cittadini sono sono stati bruciati vivi.
La serata è stata l'occasione poi, per sentire anche la testimonianza diretta di Claudio D’Amico, ex parlamentare presente durante il Referendum sull'autodeterminazione della Crimea.
"La gente non sa perché in Ucraina si combatteva - ha dichiarato Gianmatteo Ferrari vicepresidente Lombardia Russia - Per colpa dell’Ucraina, la Russia deve sottostare a sanzioni assurde che hanno comportato la perdita di un miliardo e mezzo di euro di export, con aziende che licenziano personale e falliscono”.
“La tematica viene spesso dibattuta senza obiettività – ha aggiunto Luca Bertoni segretario di Lombardia Russia – chi va in Russia vede un’altra storia. Nessuno di noi ha la pretesa di dividere il vero dal falso, intendiamo solo raccontare ciò che abbiamo visto con i nostri occhi. Auspichiamo che i pavesi abbiano voglia di aprire la loro mentalità: se ci limitiamo a guardare i tg senza documentarci, veniamo a conoscere solo una parte della verità”.
“ Sono russa di padre e ucraina di madre – racconta Swtlana Wilke, dirigente dell’associazione Global Rights of Peaceful People International Platform – per cui mi sta molto a cuore il dolore di un popolo che sta costantemente sotto tiro dell’esercito ucraino. Morire per aver voluto esercitare i propri diritti democratici, è assurdo!"
a cura di Serena Baronchelli