Il nuovo vescovo di Pavia
PAVIA. Da oggi a mezzogiorno Pavia ha ufficialmente un nuovo vescovo. Con l’accoglimento delle dimissioni per raggiunti limiti d’età di monsignor Giovanni Giudici, papa Francesco ha annunciato che la prossima guida della chiesa pavese sarà monsignor Corrado Sanguineti.Il nuovo Vescovo è nato a Milano il 7 novembre 1964 ed è stato ordinato sacerdote il 30 ottobre 1988. Fino ad ora è stato Pro Vicario Generale della Diocesi ligure, parroco prevosto della Cattedrale “Nostra Signora dell’Orto” in Chiavari, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mater Ecclesiae” presso il quale è docente di biblica, referente diocesano per il progetto culturale e direttore dell’ufficio catechistico.Ai suoi nuovi fedeli monsignor Sanguineti ha inviato subito una lettera molto toccante ricordando l’esempio dei santi Siro, Agostino e Riccardo Pampuri. “In questo mio primo saluto – ha detto - voglio aprire il mio cuore, come in famiglia, dicendovi che, fin da quando ho saputo del mio nuovo ministero, ho cominciato a sentirmi legato a voi, soprattutto nella preghiera, e vi chiedo innanzitutto di accogliermi con la vostra preghiera e il vostro affetto”. Ha annunciato da subito una particolare attenzione per giovani, famiglie e malati: “Vorrei, pur cosciente della maggiore responsabilità, essere vescovo come sono stato parroco, incontrando direttamente, per quanto mi sarà possibile, le persone a me affidate, a cominciare dai miei confratelli nel sacerdozio, dai più giovani agli anziani e ammalati, provando davvero a camminare insieme, vescovo e popolo, come c’insegna il nostro amato Papa: uno sguardo di particolare cura e predilezione vorrei averlo per le famiglie, soprattutto le giovani famiglie, incontrandole nelle loro case, per i giovani - e qui sento la grande risorsa che rappresenta il mondo dell’università e degli ambienti culturali, anche per favorire un incontro fecondo tra la fede e l’onesta e appassionata ricerca della conoscenza -, per i ragazzi, che possiamo avvicinare nella scuola, nelle parrocchie e negli oratori, per i malati, i poveri e gli esclusi, nei quali possiamo toccare e servire «la carne sofferente di Cristo» (Papa Francesco). Desidero inoltre, fare un tratto di strada anche con coloro che tra voi professano altre religioni o si dicono non-credenti o in ricerca: c’è un cuore aperto alla vita e al mistero che ci costituisce e apre spazi di un vero incontro con chiunque”. di Filippo Cavazza