PAVIA. Dagli universitari perplessità sulla gestione della movida decisa dal Comune

Creato il 28 agosto 2015 da Agipapress

PAVIA. Garantire la sicurezza in centro storico durante le serate della Movida è sempre stato un problema a Pavia.  Gli episodi di microcriminalità si sono susseguiti negli anni, mantenendo come sfondo sempre gli stessi scenari.
Da qualche settimana il Comune di Pavia ha deciso di inasprire i controlli e le sanzioni. 
I punti più monitorati: piazza Duomo, vicolo Regisole, vicolo degli Eruli, piazza Cavagneria, via dei Liguri, vicolo Rovelecca, vicolo del Torrione, piazzetta San Teodoro e piazza della Vittoria.  Proprio in queste zone, 11 ragazzi sono stati arrestati perché sorpresi a bere in strada da bottiglie di vetro. Gli interessati dovranno pagare dai 50 ai 150 euro di multa.   La strada intrapresa dal Comune però sta lasciando perplessi gli universitari, che sono da sempre i protagonisti della Movida cittadina.  "La situazione sicurezza è allarmante - commenta Mattia Bianchi responsabile di Azione Universitaria -. Lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti sono sotto gli occhi di tutti, nei giorni più caldi della Movida ma anche in altre sere in settimana.Tutto ciò avviene in vie del centro ben frequentate ma nessuno interviene. Ci si concentra sulle multe per il consumo di bottigliette di vetro e si tralasciano fatti a mio modo di vedere fondamentali. Decidere di attivare controlli per le bottiglie di vetro implica che per quanto concerne sicurezza e spaccio la situazione sia sotto controllo ma non mi sembra che sia così. Urge lanciare un appello all'amministrazione comunale che sembra lasciar intendere ci sia una situazione rosea quando non lo è. Abbiamo toccato davvero il fondo: situazioni di spaccio sotto gli occhi di tutti a Pavia non sono ammissibili". "Sento tanto parlare di erba alta e di alberi non curati - sbotta Martina iscritta al terzo anno di Scienze Politiche - ma in realtà il problema è in centro storico. Voglio sentirmi libera di uscire con i miei amici, fare tardi e tornare a casa senza correre rischi ma a quanto pare a Pavia non è possibile".   E poi anche una riflessione morale. "I miei genitori, da piccolo, mi rimproveravano per una parolaccia - ricorda Matteo iscritto a CIM - non parliamo di quando sono venuti a sapere che avevo iniziato a fumare. Oggi sembra che tutto sia lecito ma a me sono stati insegnati dei valori e dei principi e mi piacerebbe che fossero rispettati". di Serena Baronchelli

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