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Pavia: Green Campus, il parere nel cassetto del sindaco Cattaneo

Creato il 20 luglio 2013 da Antonioriccipv @antonioricci

Riporto pari pari dal blog di Stefano Pallaroni:

Pavia: Green Campus, il parere nel cassetto del sindaco Cattaneo

“Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (nella foto) a inizio 2013 aveva chiesto un parere sulle palazzine di Green Campus ad Aldo Travi, professionista con studio a Busto Arsizio e professore universitario di diritto amministrativo e urbanistico tra gli atenei di Bergamo e Milano. La perizia, riservata e personale come si legge nell’intestazione del documento, è costata 3mila euro, soldi prelevati dalle casse comunali, dunque risorse dei cittadini di Pavia. Travi era stato chiaro: quelle case, così come venivano commercializzate, non potevano corrispondere a una “residenza universitaria” poiché non c’era, come richiesto dal Pgt di Pavia, la “specifica idoneità a soddisfare un interesse di ordine generale”. Travi testualmente aggiunge, nella lettera che il sindaco si è tenuta per sè, che “la finalità di interesse generale – a mio parere – non si realizza semplicemente individuando una categoria di fruitori degli alloggi. L’individuazione della categoria dei fruitori non sembra sufficiente per realizzare attrezzature ed impianti di interesse generale”. Travi era stato dunque addirittura didascalico. Nella perizia il professore si era poi spinto anche più in là, mettendo in parafrasi i tecnicismi e parlando pane al pane. Perché le sue perplessità su case al tempo stesso riservate a docenti, studenti e personale dipendente dell’università arrivavano a fargli scrivere che il personale dipendente “sembra tendenzialmente estraneo alle caratteristiche di una residenza universitaria”. Poi una indicazione di opportunità e buonsenso sul corretto utilizzo degli alloggi. “Si pensi – scrive Travi – al rischio di iscrizioni di comodo all’Università”. Le cose, poi, sono andate così: Cattaneo con il parere tenuto nel cassetto ha assistito prima al sequestro dei 360 appartamenti (di cui 70 venduti) a inizio marzo e quattro mesi dopo, il 9 luglio, ha consentito che si firmasse una convenzione posticcia. Dopo due giorni la Procura ha chiuso le indagini indicando però 10 indagati. Tra questi Francesco Grecchi, il dirigente che la convenzione aveva appena firmato a nome del Comune. Solo a quel punto il sindaco ha deciso di congelare l’accordo con l’impresa Damiani che, dopo aver costruito, adesso si ritrova le case sul gobbo e deve venderle per non sprofondare. Una decisione, quella di Cattaneo, presa solo in attesa che passi la nottata o perché si è finalmente reso conto che quella lottizzazione, comunque la si rigiri, non è conforme alla destinazione d’uso fissata dal Pgt come fin da gennaio il professor Travi gli aveva spiegato in modo forte e chiaro spedendo contestualmente una parcella di 3mila euro a carico dei cittadini di Pavia?” (su Twitter @stepallaroni)

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