Davide Ottini
PAVIA. Il Pd è assolutamente contrario alla costruzione di una moschea a Pavia.Lo ha scritto il suo capogruppo in consiglio Davide Ottini su Facebook, stamattina con una lunga riflessione sull'argomento.
In quel testo ha sostenuto la differenza che esiste fra moschea e semplice luogo di culto.
Per la politica locale, da settimane concentrata sull'eventuale nascita di una moschea a Pavia ovest, è stato un fulmine a ciel sereno.
E certamente anche per lo stesso PD, visto l'immediato susseguirsi di post, di commenti e domande.
Inspiegabilmente però dopo poche ore, il post scompare ed il profilo di Ottini viene disattivato.
Questa l'immagine del post su FB
Matteo Mognaschi
Fra le fila dell'opposizione si è immediatamente insinuato il dubbio che i vertici di partito abbiano esercitato una forte pressione sul loro capogruppo in consiglio comunale affinché ritornasse repentinamente sui propri passi."Chissà perché quando qualcuno del Pd ha il coraggio di dire la verità sull’Islam viene censurato dai suoi compagni di partito - ha polemizza il capogruppo Lega Nord Matteo Mognaschi - Speriamo che Ottini abbia il coraggio di dire le stesse cose che ha scritto in consiglio comunale”.
Sindaco Massimo Depaoli
Smentisce queste voci il sindaco Massimo Depaoli, che preferisce non esporsi eccessivamente, trincerandosi dietro un semplice "Davide ha usato qualche parola di troppo e ha preferito ritirare il post per non suscitare polemiche".Lo stesso Depaoli, però, aveva sostenuto in un'intervista televisiva ad un'emittente locale, la propria contrarietà alla costruzione di una moschea in città per problemi di natura urbanistica.
Ad analizzare lucidamente la situazione e a chiarire la posizione della maggioranza è invece l'assessore alle Pari Opportunità Laura Canale che, anche lei. su Facebook si è espressa così:
"E’ possibile scrivere un post, oggi, senza sbagliare qualche parola? Senza eccedere nei particolari o al contrario ometterne? Senza apparire troppo di destra, troppo di sinistra, troppo nazionalista, troppo filo-islamico?
Io penso di sì, ed è il motivo per cui mi accingo a scrivere. Lo faccio in ragione della responsabilità che il sindaco Massimo Depaoli mi ha conferito: promuovere sul territorio di Pavia il dialogo interreligioso.
Nel bel mezzo di una indigestione di pareri, opinioni, illazioni, supposizioni, offese ma soprattutto assediati dalla paura, dai dubbi, dalle troppe domande su cosa abbiamo sbagliato e su quale direzione prendere, per evitare che l’Europa - per la terza volta in un secolo esatto - divenga teatro di una destabilizzazione internazionale di proporzioni mondiali, proviamo a rimanere sul piccolo della nostra città, almeno per il tempo necessario a prendere fiato. Sento e leggo del tentativo di alterare il tempo, accostando il tema del progetto di moschea per Pavia ai fatti terribili di Francia. Questa comunicazione è strumentale e logicamente errata, quindi scorretta, ma tant’è, si potrebbe dire. E’ il gioco della politica e del giornalismo, non sempre di qualità. Il no a una moschea congregazionale di grandi proporzioni a Pavia non è una risposta d’impeto, dettata da rabbia e senso di rivalsa verso l’Islam per la strage di Parigi".
assessore Laura Canale
"Questo non ha nulla a che fare con la volontà di limitare la libertà religiosa, costituzionalmente garantita dalla Costituzione - prosegue nel suo post l'assessore Canale -; libertà che la Giunta Depaoli difenderà fino all’ultimo giorno del suo mandato, in quanto espressione di uno dei più alti valori delle democrazie liberali occidentali.La moschea non si farà perché non è la risposta adeguata all’articolazione delle comunità islamiche presenti a Pavia. Si tratta infatti di due realtà distinte e non particolarmente numerose, che hanno bisogno di due luoghi di ritrovo autonomi e commisurati alla partecipazione ai riti comuni. La soluzione che intendiamo perseguire, per i nostri residenti musulmani, che hanno un diritto fondamentale all’esercizio del culto, è quello delle musalla (le sale di preghiera) che sono, tra l’altro, il luogo di culto islamico più diffuso in tutta Europa.
La scelta di non dare seguito alla moschea congregazionale non significa certo che noi siamo soddisfatti dell’attuale collocazione delle nostre comunità musulmane. Riteniamo che questi credenti debbano vedere riconosciuta, dalla nostra amministrazione l’opportunità di riunirsi in luoghi decorosi e sicuri. Su questo ci muoveremo con determinazione, ma, ripeto, nella prospettiva di due musalla, non di una moschea" "La politica locale ha un’arma importante per combattere il terrorismo: quella di saldare una alleanza forte con le proprie comunità islamiche moderate, in nome della Costituzione Italiana e della convivenza pacifica - conclude l'assessore -. Credo profondamente nella forza del dialogo e del confronto, che soli possono aiutare a superare diffidenze e incomprensioni. L'Europa unita è nata in nome di quel dialogo pacifico e noi dobbiamo sentire il dovere di aggrapparci, oggi più che mai, a quelle libertà e a quei diritti sui quali si è costruita la convivenza civile europea del dopoguerra.
Rodolfo Faldini
Il tavolo interreligioso è la risposta che l’Amministrazione comunale di Pavia intende dare ai terroristi di ogni luogo e di ogni tempo. Noi scegliamo il dialogo". Un'opinione che non è poi così distante da quella del capogruppo della lista civica Rodolfo Faldini, nonostante a una prima lettura possa sembrarlo."Pare che Davide si sia cancellato da Facebook e ciò mi dispiace molto. Non escludo che nella settimana entrante ci saranno sorprese a livello politico.
Per il resto, non mi sento in sintonia con il Vescovo Monsignor Giovanni Giudici, pur rispettandone l'autorità.
Il dialogo non può esistere fra persone che non parlano la stessa lingua: sull’Islam ho forti perplessità. Temo che gli esponenti dell’Islam a livello locale si stiano sottraendo al dialogo.
La possibilità di edificazione di una moschea mi trova discorde. Qualora tra dieci anni, vista la conquista demografica dell'Islam, queste persone si trovassero in maggioranza, avrebbero la stessa apertura nei nostri confronti?".
a cura di Serena Baronchelli