PAVIA. Il Lingottino approda in consiglio e la Longo (FI) rende noto la lettera alla Soprintendenza.

Creato il 19 ottobre 2015 da Agipapress

PAVIA. L’aveva annunciato la consigliera di opposizione Barbara Longo (FI) quando aveva presentato l’istant question allo scorso consiglio comunale . E ieri ha inviato alla Soprintendenza una nota che questa sera comunica ufficialmente in consiglio. Insieme con la Longo, ha firmato la nota all’architetto Antonella Ranaldi Soprintendente, anche il presidente di Azione Democratica Fabrizio Protti.
Scopo della comunicazione alla Soprintendenza, la richiesta di vigilanza sull’iter che questa pratica avrà all’interno della Soprintendenza stessa di Milano perché possa essere espresso un parere definitivo e consapevole sulla richiesta di demolizione totale alla luce del valore storico e culturale del Lingottino. La Longo ricorda nella nota, che il 7 maggio scorso nel corso dei lavori della Commissione del Paesaggio si era venuto a conoscenza del fatto che fosse stata autorizzata la demolizione totale del fabbricato storico posto all’interno dell’ex Area Necchi e denominato Lingottino, un’opera di “pregio e singolare valore per la storia dell’architettura di Pavia” realizzata dall’architetto Giacomo Mattè Trucco, autore del Lingotto di Torino, da cui il nomignolo dato all’edificio. “Un fabbricato che ha un “singolare valore per la memoria della cultura industriale e della vita civile della città” – si legge nel documento inviato alla Soprintendenza - ma soprattutto, e ancor più grave, si evidenzia nello stesso verbale che: “tale richiesta di demolizione, è già stata avanzata a più riprese alla Commissione del Paesaggio e che questa Commissione ha sempre risposto negativamente (14/3/2011 e 22/3/2012) raccomandandosi di prendersi cura di tale significativo documento di cultura materiale”. Pareri contrari che tra peraltro sono stati avvallati tramite silenzio/assenso dalla stessa Soprintendenza che lei ora dirige”. La Longo e Protti si chiedono cosa possa essere intervenuto per far mutare radicalmente idea alla Commissione del Paesaggio che ha autorizzato “la perdita definitiva di un’architettura da loro stessi ritenuta cosi tanto meritevole di conservazione”. “A leggere il parere – proseguono nella nota - sembrerebbe che, oltre l’incuria dimostrata dalla proprietà del fabbricato, ci sia una “nuova perizia giurata a firma dello strutturista Ing. Sergio Sorgato attestante la decadenza strutturale raggiunta”. E infatti, avvallando i contenuti di questo documento della proprietà, la Commissione del Paesaggio verbalizza perciò che “ciò premesso, e consapevole del danno alla storia e alla memoria collettiva che in questo modo si trova tristemente nella condizione di certificare, la Commissione per il Paesaggio del Comune di Pavia, prende atto della situazione ed esprime, obtorto collo, parere favorevole condizionato alla definitiva demolizione del fabbricato.” Risulta strana quell’affermazione “obtorto collo” tanto più che le uniche condizioni imposte alla proprietà sono la trasmissione di un rilievo precisissimo sia grafico che fotografico dell’immobile, ancora più strana se accostata alla segnalazione che tale decisione avrebbe provocato una perdita grave per la comunità pavese. Dunque alla luce di tutto questo La Longo e Protti hanno chiesto alla Soprintendente se “tra le competenze assegnate alla Commissione Paesaggio rientrano anche valutazioni di merito sui contenuti strutturali/ingegneristici della relazione allegata alla richiesta di demolizione; se non è invece compito della Commissione esprimere il proprio parere prestando particolare attenzione agli interventi progettuali proposti in relazione alla compatibilità degli stessi con i valori paesaggistici riconosciuti e la congruità con i criteri di conservazione del bene tutelato; inoltre, perché la Commissione del Paesaggio non ha ritenuto eventualmente, di ordinare una controperizia redatta da un tecnico da lei stessa nominato in modo da valutare un secondo parere sulla decadenza strutturale irreversibile del fabbricato e da ultimo, perché non sono stati effettuati controlli negli anni passati affinché la proprietà, come prescritto dalla precedente commissione, mettesse in atto operazioni di mantenimento e recupero della struttura”.

Il Lingotto di Torino

Nella nota si segnala inoltre che l’edificio sorge su area privata e una porzione dello stesso limitrofa ad un’area pubblica, era già stata oggetto di una demolizione o di un crollo che ha forse allontanato anche i rischi di incolumità pubblica.
CHI E’ GIACOMO MATTE’ TRUCCO.  Ingegnere italiano nato in Francia a Trivy, Saône-et-Loire nel1869 e scomparso a Torino nel 1934 è  considerato, per la realizzazione della fabbrica FIAT-Lingotto a Torino avvenuta nel 1921, un precursore dell'architettura funzionale.  Sul tetto della fabbrica alta cinque piani costruì con uso integrale di cemento armato, la pista di collaudo delle auto alla quale si accedeva da una rampa di forma elicoidale.  Nel 1928 l'opera fu presentata alla prima Esposizione Italiana di Architettura Razionale, organizzata a Roma. Mattè Trucco fu anche autore di altre opere importanti come le  officine Villar Perosadi Torino, la diga sul Tanaropresso Pollenzo e la grande cupola coperta della Sala del Teatro Regio di Torino. (mpa)