PAVIA. Il sindaco sfiduciato dalla maggioranza esce dall’aula
Creato il 24 luglio 2015 da Agipapress
PAVIA. E’ passato poco più
di un anno dalla sua elezione ma questa volta Massimo Depaoli ha dovuto incassare
il niet dei suoi, e per la prima volta si è sentito rumor di scricchiolio da Re
Travicello.
Ancora una volta pomo
della discordia è l’ASM, proprio come in un non lontano passato, era stato per l’allora
sindaco Alessandro Cattaneo. Anche in quel caso quattro consiglieri del PDL voltarono
le terga al primo cittadino, oggi la storia vichianamente si ripete in uno
strano – forse! - ricorso storico: ancora i consiglieri della maggioranza voltano le spalle al
sindaco Depaoli.
A ricordarlo è Cristina Niutta in un post di un gruppo di Facebook nel quale solleva una
considerazione su cui vale la pena soffermarsi: tutto questo teatrino cui
prodest?
“Io ho sempre detto che ASM è la cartina di
tornasole – scrive la Niutta -. Queste cose plateali succedono solo perché si
vogliono lanciare segnali. Altrimenti, prima di portare una delibera in
votazione, si cerca la quadra tra i consiglieri che la devono votare. Cosa c'è
in ballo?”
Motivo del contendere,
infatti, un emendamento in una delibera sull’ASM ma quel che più conta non è
tanto il testo in sé, cioè il casus belli, quanto il fatto politico che si è concretizzato: la maggioranza si è spaccata su un’indicazione avanzata dal sindaco
che alla fine, al momento clou, il voto, si è trovato da solo, sostenuto da appena
tre fedelissimi Roberto Rizzardi, Silvia Chierico e Claudia Bianchi.
Che hanno
votato contro secondo le richieste del sindaco.
Questo significa che all'interno della sua maggioranza, il sindaco è sempre più solo e l’episodio
avvalora anche quelle voci che da alcuni mesi si rincorrono insistenti cioè che il
sindaco è ormai capo di se stesso e di un manipolo di fedelissimi ma non viene
sfiduciato per non creare i presupposti di una crisi di governo che potrebbe persino
portare ad un voto anticipato.
E alla perdita di quelle posizioni di “potere” indispensabili
a realizzare progetti che in realtà la gente non chiede e non vuole, ultimo
esempio proprio la vicenda di via Milazzo o la riorganizzazione, l'ennesima, di
corso Carlo Alberto.
Dunque un episodio sintomatico di uno scollamento reale all’interno del Pd,
tanto più concreto quanto più si cerca di minimizzarne la portata.
Proprio di questo si
fa carico Francesco Brendolise comunicando sempre via Facebook, l’accaduto: “Stasera in consiglio comunale un po' di tensione. Capita!
Divergenze tra il sindaco e i consiglieri comunali su un emendamento marginale
ad una delibera di revisione dello Statuto di una partecipata. Un po' di
stanchezza, qualche incomprensione ma niente di grave: insomma una crisi di
crescita. Una tempesta in un bicchiere d'acqua. Naturalmente i colleghi della
minoranza ingigantiscono la vicenda. Alla fine la delibera è approvata ed è
questo che conta”.
E’ umanamente e
politicamente comprensibile che il “pompiere” Brendolise corra a cercare di spegnere
il fuoco divampato improvviso a riaccendere una già calda serata consiliare
dove si erano verificate altre poco piacevoli situazioni con i residenti di via
Milazzo e gli sfrattati in attesa di casa.
In realtà la minoranza non
ha ingigantito proprio nulla; caso mai per la prima volta e con stupore, ad un
anno e un mese dalle elezioni ha avuto modo di vedere pubblicamente quello che sta
accadendo in maggioranza: un sindaco che va per la sua strada che non sempre è quella
del Pd, un sindaco “autonomo” ma non “autosufficiente” perché non ha i numeri
per restare da solo saldo in sella e che chiede ma non sempre ottiene, quel
rispetto politico da parte dei suoi, necessario per poter guidare la città.
E gli scricchiolii stanotte
si sono sentiti come dice lo stesso consigliere Giuseppe Polizzi che,sempre su Facebook, coglie l’occasione per
remare a favore del proprio gruppo politico: “La giunta scricchiola: il PD di Francesco Brendolisevota in senso contrario rispetto
l'indicazione del sindaco e il sindaco se ne va prima della fine del consiglio
e della votazione della delibera col muso lungo. Alle 3 del mattino si svela
l'equivoco di una Giunta divisa tra 1000 correnti. Tra delusi, gelosi e
incapaci di approfondire e portare risultati per i cittadini pavesi. Chi paga
queste divisioni? Pavia, la nostra bellissima (e un po' sfortunata) città. Tra
l'altro il sindaco era il relatore della delibera. Col sindaco se ne va tutta
la sua corrente. Iniziamo il conto alla rovescia: una città a 5 stelle è
possibile”.
Alessandro Cattaneo forse non crede ai proprio
occhi e forse rileva un deja vu tanto che commenta con un tono “alla Mike”: “Colpo
di scena: ore 2.40 il PD sfiducia politicamente il suo sindaco Depaoli!!!“. E prosegue: “Su ASM il sindaco
chiede di ritirare un emendamento presentato dal suo gruppo; il capogruppo
Brendolise risponde picche. A quel punto il sindaco se ne va non partecipando
al voto della delibera di cui è presentatore. Lo segue parte (non tutta) della giunta.Sindaco delegittimato e
umiliato dalla sua maggioranza : A casa!!!”
Essenziale ma analogo lo stile del post di
Matteo Mognaschi: “Il sindaco, dopo aver chiesto al PD di ritirare un
emendamento, vedendosi rifiutare il ritiro vota contro e va sotto!! Appena dopo
lascia il Consiglio!“
Nicola
Niutta mantiene il tenore del commento delle opposizioni e scrive:” Clamoroso: in Consiglio comunale, la maggioranza vota contro
il sindaco Massimo Depaoliin
merito a una strategica decisione su ASM e praticamente lo sfiducia (lui,
sconsolato, abbandona l'aula)#elezioni”.
E anche Antonio Bobbio
Pallavicini posta: “Ore 02:37 del 24/07/2014 (con un refuso dato dall’entusiasmo nonostante l’aplomb che caratterizza
il consigliere) una data da ricordare ... in consiglio comunale sulla votazione
di una modifica strategica allo statuto di ASM Pavia la maggioranza sfiducia ufficialmente
il sindaco Depaoli che abbandona l'aula !!! I nodi vengono al pettine
... sempre !! Elezioni subito !!!!”
Tutto questo non è ingigantire la
vicenda come vorrebbe far credere il pompiere Brendolise ma è prendere atto di
una situazione che lascia apparire spiragli concreti di crisi.
Si sa, la
politica è impietosa e poiché in politica basta poco per salire alle stelle ma
anche cadere nella polvere, è comprensibile che le opposizioni cerchino di
cavalcare una situazione che oggettivamente le pone di fronte alla possibilità
di ribaltare la situazione.
Quello che però i cittadini chiedono venga loro risparmiato, certamente, è un Patto del Nazzareno
in salsa pavese.
(mpa)
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