I residenti del Borgo proprio non ci stanno a sottostare a decisioni prese passando sopra la loro testa e stabilite senza che ne sussistano le reali condizioni e necessità.
“Il tratto stradale di via Milazzo non è pericoloso, lo sono invece molte altre vie della città – commenta Marcella Magnino portavoce del Comitato spontaneo di cittadini sorto per contrastare la decisione unilaterale del Comune e salvaguardare la viabilità di sempre in via Milazzo -; se affermano il contrario, lo provino con i dati, con i numeri ma veri, perché noi borghigiani conosciamo bene il nostro quartiere, e non ci stiamo a sentirci raccontare cose non vere”.
Anche Micaela Monti ribadisce questo concetto: “Vivo in borgo da bambina, sono cresciuta qui e non si ricordano incidenti o fatti che rendessero necessario un senso unico per la sicurezza di chi transita. Stare attenti è normale ma non serve un senso unico a rendere sicuro quello che sicuro è già. Anzi il senso unico è inutile, per non dire dannoso alla mobilità. E’ passata per via Trinchera? Ha fatto il percorso imposto per entrare in Borgo? Ha visto la strada e dove passa? Quella era tutta campagna sicura. Prima! I bambini potevano giocare e andare in bicicletta su quella strada perché tanto non transitavano auto, solo quelle di chi abita lì. E sono 26 i numeri civici presenti in via Trinchera e quindi sono al massimo 26 le famiglie che ci abitano. Ci conosciamo tutti. E adesso ha visto come è diventata?”
la strettoia in ingresso a via Milazzo
In effetti viene da ridere a pensare che per entrare in Borgo si debbano percorrere 1,6 chilometri in auto quando prima bastavano 100 metri e forse meno, per entrare dalla strettoia di via Milazzo. Già, la strettoia! (vd. foto) Ricordo anch’io quando da bambina andavo a trovare mio nonno in Borgo e in auto ci si doveva fermare ad attendere il proprio turno perché il transito era a senso alternato. Nessuno è mai morto per questo, nessuno si è offeso o peggio, è stato messo in pericolo, per quella soluzione rapida e di buon senso. Ma tant’è, il passato viene archiviato senza ragione e si impongono novità non richieste e spesso assurde. Oltre che realmente pericolose. Il tragitto della strada dell’argine, infatti, non è il massimo della sicurezza e non è nemmeno il massimo della scelta ecologica. Quanto inquinamento si produce transitando lungo 1,6 chilometri? E quanto, percorrendo circa 100 metri? Non occorre fare conti per capirlo. Quindi la scelta non è ecocompatibile. Inoltre la zona è soggetta, come tutta la nostra provincia d’altronde, alla nebbia che si alza sempre più anticipatamente già da fine settembre. Per non parlare della brina che rende il manto stradale scivoloso, del ghiaccio e della neve.Allora viene spontaneo chiedersi perché prima di far transitare i veicoli su questa strada senza illuminazione, pur essendo cittadina, e senza nemmeno un guard rail a tutela dei guidatori, non si è provveduto almeno a risolvere queste due problematiche? fermo restando che comunque si tratta di una scelta la più infelice pensabile. E’ palese a chiunque non si faccia guidare da scelte dettate da incomprensibile caparbietà, che la soluzione per via Milazzo non è togliere il doppio senso di marcia ma provvedere, caso mai, ad un’opera di consolidamento della parte sottostante la strada lungo fiume e magari, rivolgendosi ad aziende italiane esperte in progetti di sopraelevazione stradale, ampliare la carreggiata per garantire un marciapiede fronte case senza ridurre le dimensioni della carreggiata, e magari, perché no? dall’altro lato ricavare una romantica passeggiata su fiume, realizzata con materiali e strutture che possano andare sotto acqua senza danni, in occasione delle piene, e quando occorre arrivare con le barche di salvataggio a ridosso delle case.
E se proprio non ci si vuole rivolgere alle aziende, forse pensando di risparmiare, si potrebbe coinvolgere la nostra Università dove certamente ci sono esperti in grado di portare soluzioni decisamente più utili e propizie al rilancio della zona, di quanto non faccia un senso unico mortificante per la parte forse più affascinante della città, quella che strizza l’occhio alla storia e alle tradizioni culturali più popolari di Pavia. (mpa)