PAVIA. Incoraggiare, attrarre e premiare il merito anche attraverso il modello contributivo: una sfida per il futuro dell'Università

Creato il 20 dicembre 2014 da Agipapress
PAVIA. Settimo question time all'Università di Pavia mercoledì scorso.
L’appuntamento, che come di consueto si è tenuto in aula Volta, rappresenta ormai una realtà consolidata per l’ateneo pavese. 

L’unica a porre una domanda è stata la studentessa di Giurisprudenza Giada Grattarola, che ritiene necessaria una decurtazione delle tasse universitarie a carico degli studenti dello IUSS. 
“Vorrei domandare se, a seguito della Convenzione quadro tra l’Università di Pavia e la scuola superiore IUSS del 30 luglio 2014, nell’ambito dell’attività “di promozione del merito rivolta agli allievi dei Corsi Ordinari dello IUSS di anni successivi al primo”, fosse possibile configurare anche una decurtazione delle tasse universitarie disposta a favore degli stessi – ha chiesto - A tal proposito, i rappresentanti degli studenti presso gli organi dello IUSS e dell’Università si rendono disponibili, qualora lo si ritenesse utile, a organizzare una tavola rotonda di discussione del tema alla presenza dei rispettivi Rettori, onde trovare il bilanciamento delle esigenze in gioco”.
"Non ci sono soldi – ha immediatamente replicato il proRettore alla Finanza Antonella Zucchella – ma la sua domanda è pertinente, tocca un tema sul quale la governance sta riflettendo da qualche tempo: come incoraggiare, attrarre, premiare il merito, anche attraverso il modello contributivo? E’ una riflessione complessa: modificare il modello contributivo non è affatto facile. Lei deve andare giustamente fiera di essere studentessa IUSS, ma l’Università di Pavia non può premiare una sola tipologia di merito, quindi la nostra preoccupazione è realizzare un’accezione universalistica di merito, laddove possibile. Mi preme far quadrare i conti, rendendo questo incentivo al merito compatibile con un sistema in cui lo Stato ha smesso di finanziare le Università Statali, o lo fa con sempre meno convinzione”.
"Dobbiamo anche tenere conto del modo in cui misuriamo il merito – ha aggiunto il professor Michele Rostan delegato al Benessere Studentesco – in genere ci basiamo sulla regolarità degli studi e sui voti conseguiti. Qualche volta questi indicatori presentano dei difetti: se stabiliamo una soglia in base al numero dei voti, in un ambiente in cui i voti sono molto alti, si rischia che questa non sia una vera discriminante. Dobbiamo quindi cercare delle soluzioni e, solo in un secondo momento, intavolare una discussione nelle sedi opportune”. 
Tutto da rimandare a data da destinarsi, insomma, nonostante il Rettore Fabio Rugge abbia assicurato di essersi interessato alla questione molti mesi fa.
“Qualora questi criteri fossero soddisfatti – ha concluso la studentessa che ha posto la domanda - ribadisco la mia disponibilità nel partecipare a un tavolo di discussione”.

a cura di Serena Baronchelli