PAVIA. Interruzioni, scontri, porte chiuse: difficile il cammino del nuovo consiglio comunale.
Creato il 08 luglio 2014 da Agipapress
PAVIA. Vietato l’ingresso al Mezzabarba. Porte chiuse per la
Rete Antisfratto al pianterreno e per gli stessi consiglieri una volta salite
le scale. Questo in sintesi il senso di una serata che lascia l’amaro in bocca.
Una sala comunale spenta ha accolto il secondo consiglio della
giunta Depaoli. La tromba d’aria e il violento temporale abbattutisi su Pavia
hanno scoraggiato anche i cittadini più intraprendenti.
"Nessun danno
irreversibile – ha assicurato il sindaco arrivato in Consiglio - risolveremo tutto in un paio di
giorni".
I borbottii del cielo però sono stati nulla in confronto allo
scontro fra maggioranza e minoranza che ha preso una piega dura, difficilmente vista prima in consiglio.
L’ordine del giorno riporta all'attenzione la già discussa
incompatibilità della consigliera Vincenza Fantò, fra l’altro assente. Il consigliere
M5S Giuseppe Polizzi, allertato della presenza della Rete Antisfratto da una
telefonata, chiede l’intervento immediato del presidente Antonio Sacchi. Dopo
qualche tentennamento iniziale, Sacchi e Depaoli scendono per capire cosa stia
accadendo ma la baraonda creatasi davanti all’ingresso li spinge a ritornare in
Sala Consiglio dopo pochi istanti.
"Vergognatevi - urla uno del Comitato con una frase che la dice lunga -
eravate dalla nostra parte quando c'era Cattaneo".
Si riparte da zero, di nuovo dalla Fantò. I manifestanti però sono ancora nel
cortile di Palazzo Mezzabarba e qualcuno cerca di forzare una porta a vetri chiusa.
Polizzi interrompe nuovamente la seduta sostenendo che "Non sussistono le
condizioni di pericolosità: questi ragazzi vogliono solo partecipare al
consiglio ed esporre uno striscione".
E’ il capogruppo Pd Davide Ottini a farsi largo fra la folla e a guidare il
corteo al piano superiore. E finalmente lo striscione viene srotolato:
"Cambiamo Canale, casa subito”.
Il gioco sul cognome dell’assessore con delega alla Casa e Innovazione Sociale
Laura Canale, però, passa quasi inosservato fra i consiglieri. "Per il
momento tenteremo in tutti i modi di posticipare gli sfratti" garantisce
la Canale e basta questa promessa perché il Comitato lasci il Mezzabarba rapidamente.
Pochi minuti dopo, nuovamente vietato l’ingresso al Mezzabarba. A rimanere
fuori dalla sala, questa volta, è la minoranza, letteralmente chiusa fuori dal
consigliere Pd Luigi Furini.
L’assenza della consigliera Fantò, in vacanza per effettuare delle cure
termali, indigna il centrodestra capitanato da un Rodolfo Faldini (in foto) più che mai
infervorato.
L'opposizione invoca l’assenza del numero legale (il consigliere Matteo Pezza
era stato trattenuto al pianterreno dalla Rete Antisfratto) e chiede il rinvio
del consiglio comunale. Polizzi rimane in aula e chiede quanti fossero presenti
fino a quel momento; rispondendo lui stesso “presente” all’appello, garantendo di fatto il numero legale. Vanificata
la mossa dell’opposizione di centrodestra, questa si infuria, si appella al
presidente Sacchi, urla. E Furini sbotta: si alza e chiude il portone dell’aula
in faccia ai membri dell’opposizione. A bocce ferme arrivano le scuse di
Ottini, a nome di tutto il Pd, di Faldini e di Matteo Mognaschi. Furini prende
la parola ma senza intenzione di riconoscere l’errore. L’incompatibilità della
consigliera Fantò alla fine viene votata e approvata con 25 voti su 26 votanti.
Ancora dieci giorni per la Fantò per decidere se ritirare la denuncia contro il
Comune, trascorsi i quali verrà ufficializzata la sua decadenza da consigliera.
A questo punto però è stato deciso di rinviare la discussione sulle linee
programmatiche del sindaco al prossimo consiglio comunale perché i tempi
sarebbero stati troppo lunghi rispetto all’orario di chiusura previsto per l’1.
Discussione rimandata, quindi, al prossimo consiglio in data da definire.
(a cura di Serena Baronchelli)
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