A portare la vicenda alla ribalta della cronaca è stata Micaela Scala responsabile dell’associazione pavese “Ad Maiora” che dedica la propria attenzione ai problemi legati al tema delle disabilità e a chi subisce ripercussioni e conseguenze per la carenza cronica di servizi e risposte destinate ai disabili. Una società in effetti può essere considerata “civile” quando ritiene i suoi componenti più deboli, soggetti da proteggere e sostenere e se la disabilità, temporanea o permanente, sia al centro delle attenzioni dell’Ente pubblico.
Il caso della Zanaletti (nella foto) è stato in questi giorni al centro dell’attenzione di diversi organi di stampa anche se tutto è nato da un post pubblicato su Facebook da Micaela Scala nel quale riassumeva il caso di cui è protagonista Raffaella Zanaletti, commentando che il Comune di Pavia ha speso “11mila euro per difendersi in tribunale da una cittadina disabile!”; invece di investirli in qualsiasi iniziativa nell’aiuto a rendere più semplice la vita già difficile e complessa dei disabili. “E'accaduto un anno fa quando una cittadina si era stancata di sentirsi presa in giro e aveva raccontato la sua storia alla stampa – scrive la Scala nel post su Facebook -. Invalida al 75%, affetta da fibromialgia, aveva spiegato che il suo problema è salire e scendere dall'autobus senza dover chiedere a qualcuno di prenderla in braccio (mortificante), rimettendosi così alla generosità del prossimo. La donna aveva già chiesto aiuto alla precedente amministrazione, chiedendo che i marciapiedi venissero messi a norma per le persone con problemi di deambulazione. La vecchia giunta aveva preso a cuore il problema ma poi, dopo la sconfitta elettorale, è passato alla nuova amministrazione che, stando ai racconti della donna, avrebbe completamente ignorato le sue continue richieste; ricordiamo che la signora abita in una zona lontana dal centro ed è costretta a prendere l'autobus ogni mattina per andare a lavoro”. “Così, ha fatto causa al Comune. L' ente ha ben pensato di utilizzare 11.000 euro, che potevano essere spesi per altro, per difendersi da una persona disabile a cui avrebbe dovuto prestare ascolto e assistenza”.La cosa che fa ancora più arrabbiare è notare come, a distanza di un anno, al danno si sia aggiunta la beffa: è stata, infatti, ridipinta la segnaletica orizzontale inclusiva dell'omino in carrozzina sul marciapiede su cuila Zanellato era rimasta vittima dell’atteggiamento prevaricatorio e non comprensivo delle sue necessità di disabile e l’urgenza di avere un aiuto a salire e scendere dall’autobus. A questo intervento di segnaletica orizzontale però non ha fatto seguito alcun intervento per rendere agevole l’uso del marciapiede e quindi nulla è stato fatto per mettere il marciapiede in regola con le norme urbanistiche dedicate all’abbattimento delle barriere architettoniche cittadine.
(mpa)