E sempre da ragazza Micaela conosce e diventa amica di un altro esponente politico pavese che avrebbe rappresentato successivamente un’ulteriore esperienza importante: Gian Marco Centinaio che, all’epoca semplice militante della Lega Nord, avrebbe poi fatto tutto il cursus honorum politico in Lega fino all’attuale carica senatoriale.
Micaela Scala partiamo da qui: dunque da quando fa politica? “Praticamente da sempre, da quando ero bambina – risponde distendendo il volto in un ampio sorriso -.Per me la vita politica è sempre stata la mia anima profonda e una necessità imprescindibile. Mi è sempre piaciuto partecipare alla vita politica, viverla e respirarla”.
Ma nella sua storia personale non c’è stato posto per un solo partito,vero? “Per la verità io nasco con Alleanza Nazionale a Milano. Quello si può dire che sia stato il mio “primo amore” politico. Poi quando ho visto la piega che stava prendendo AN ho deciso di uscirne. Non mi riesce di restare laddove non condivido ideali, modi e metodi. Sono stata ferma un po’ di tempo senza cercare nulla ma rimanendo sempre attenta e aggiornata fino a quando nel 2013 proprio Centinaio mi propose di entrare nella Lega. Dove mi venne affidato l’incarico di coordinatore del marketing e della organizzazione della Lega”
Si è guardata attorno prima di passare a questo nuovo soggetto politico? “No a dire il vero non mi sono guardata in giro; leggevo già le notizie e le prese di posizione di Azione Democratica e vedevo tanto impegno soprattutto di Fabrizio Protti che seguivo su Facebook” Come è partita la collaborazione con Fabrizio Protti e AD? “In realtà è avvenuto tutto in modo molto semplice, naturale e cordiale. C’è stato subito accordo e collaborazione da entrambe le parti. Questo è importante per me ma anche per il rapporto di fiducia che si deve provare verso un movimento politico. Le faccio un esempio. Lo slogan “ruspa” lanciato dalla Lega e da Salvini personalmente non mi trova d’accordo. Si rischia concretamente di incitare all’odio e fomentare gli animi che sono già sufficientemente surriscaldati. E non si può farlo per avere dei voti. Personalmente posso anche essere d’accordo con il principio sociale e politico promosso da questa nuova Lega ma non con i mezzi e i metodi che rappresentano una forma di demagogia politica”.
La svolta è proprio avvenuta e le differenze cominciano ad affiorare più chiaramente. “Come dicevo prima, non riesco a stare in un gruppo di cui non condivido più ideali, metodi e mezzi. E’ una questione di rispetto per me stessa e di coerenza”.
Non c’è bisogno di quote rosa, ma caso mai forse di “quote azzurre”. A parte le battute, e i complimenti per l’incarico che certamente è impegnativo laddove un movimento si deve radicare e consolidare sul territorio, che cosa fa esattamente il coordinatore di Azione Democratica? “Verifica che sul territorio la linea politica indicata dal segretario. sia rispettata e applicata e opera per favorire i contatti e la crescita del movimento stesso. E per questo è un impegno intenso e forte”.
Non entrando in ambito politico che lasciamo naturalmente al segretario Daniela Vittori, Micaela Scala da pragmatica quale dice di essere, quale obiettivo vede di dover raggiungere per AD? “Crescere. Anzitutto questo. Per ora siamo a Pavia e a Stradella-Broni ma ogni giorno va sentito il territorio per poter avere il polso della situazione e organizzare quello che serve. Perché noi ci facciamo riconoscere dagli altri dal momento che facciamo una politica di fatti concreti”.
Pavese e Oltrepò ma la Lomellina – notoriamente più restia ad accogliere novità politiche – a quando? “Ci stiamo lavorando. Per ora vale questo: dobbiamo consolidarci bene laddove siamo già presenti e questo stiamo facendo” E per crescere cosa farete oltre a questo contatto costante con il territorio e i cittadini? “Stiamo valutando anche la necessità di realizzare una scuola di politica interna e lavorare perché si diffonda quell’educazione che serve per ripristinare i valori etici e morali. Questo è, come dicevo, la base per costruire il futuro della nostra vita e quella dei nostri figli”.
di Miriam Agili