"Questo documento redatto da Comune e Demanio è la normale prassi da art. 26 - esordisce Michielon - l'associazione non c'entra assolutamente nulla. Noi abbiamo raccolto fondi attraverso la progettazione partecipata dalla quale hanno avuto origine due progetti, sintesi delle interviste e il libro delle proposte avanzate durante l'open space entrambi sul nostro sito. Essi indicano un certo tipo di futuro per l'Arsenale in linea con quanto richiesto dal bando comunale".
L’obiettivo è infatti, quello di realizzare un nuovo quartiere della città. Resta però da vedere e da capire come interpretare oggi il termine “quartiere” e le sue funzioni all'interno della città.
"Il fatto che l'associazione abbia ricevuto contributi si configura solo come una manifestazione di fiducia della città - tiene a precisare Michielon -. Ci auguriamo vada tutto bene, anche se non sempre tutto va come sperato. Manca una partnership che cerchiamo in tutti i modi ma che non si è ancora concretizzata. Gli incontri sono assidui, parliamo, discutiamo ma non c'è ancora un documento ufficiale". La cifra raccolta, stando a quanto asserito dal tesoriere dell’associazione, è giunta a 8mila euro, grazie a tessere associative e donazioni spontanee. Intanto dal Comune potranno arrivare somme solo se e quando ci sarà un partner privato ad entrare nel progetto. L'associazione Arsenale Creativo non ha, quindi, alcuna intenzione di assistere passivamente al corso degli eventi: é prevista un'assemblea pubblica entro fine settembre per aprire un confronto con i cittadini e stabilire una strategia comune, ed entro il 2016, un accordo finale fra Comune e Demanio che vincoli le decisioni relative all'Arsenale.
I presupposti ci sono tutti: ai laboratori di progettazione partecipata dello scorso giugno hanno preso parte oltre 200 persone, per un totale di 41 proposte avanzate. Tra gli esempi, quello di un polo delle professioni artigianali o un auditorium, o un luogo per skating e sport alternativi di strada.
"Si è creato un bell'ambiente - commenta Michielon - con gruppi che discutevano parallelamente senza paura di farsi avanti. Essere osservati talvolta costituisce un freno ma per fortuna in quella sede non è stato così".
di Serena Baronchelli