PAVIA. Nelle scuole pavesi nessuno spazio alla teoria del gender: lo ha chiesto il consigliere Melania Lanave.

Creato il 11 dicembre 2015 da Agipapress
PAVIA. Nessuno spazio alla teoria gender nelle scuole. La vicepresidente del consiglio comunale Melania Lanave (FI) è stata categorica sul tema. Durante la seduta consiliare di ieri sera la consigliera di Forza Italia ha presentato un'instant question sul tema, sottolineando come il Comune di Mortara abbia emesso un'ordinanza che vieta l'introduzione della teoria gender nei plessi scolastici e chiedendo come abbia intenzione di agire il Comune di Pavia.  L'IQ è stata accolta con qualche perplessità dall'assessore alle pari opportunitàLaura Canaleche ha sottolineato come secondo il ministro dell'istruzione Giannini suddetta teoria non esista, pertanto "non sussiste ragione affinché il Comune di Pavia prenda provvedimenti particolari".  La discussione, però, non si è di certo chiusa ieri sera. 
Durante il consiglio comunale di giovedì prossimo 17 dicembre Melania Lanave presenterà una mozione d'ordine secondo la quale, poiché le norme e i trattati del diritto internazionale sanciscono in modo chiaro e inequivocabile il diritto da parte dei genitori nella scelta del tipo di istruzione ed educazione da impartire ai propri figli, anche a seconda delle convinzioni filosofiche e religiose e considerato che le linee di indirizzo del MIUR in merito alla partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa del 2012 indicano che le istituzioni scolastiche debbono rispettare la libertà di scelta educativa dei genitori, il consiglio comunale e la giunta dovrebbero impegnarsi a diffondere ai cittadini, attraverso i canali di comunicazione istituzionali del Comune, le informazioni sugli effetti negativi che l’introduzione della teoria gender avrebbe sulla formazione dei bambini e dei ragazzi.Il Comune dovrà inoltre “impegnarsi a intervenire nelle scuole di ogni ordine e grado del Comune di Pavia affinché si agisca sulle autorità scolastiche preposte, a livello regionale e provinciale, perché non siano introdotti libri o materiale informativo che promuovano la teoria del gender e affinché si rispetti il ruolo predominante dei genitori nell’educazione all’affettività dei figli, in ottemperanza al diritto internazionale e alla Costituzione Repubblicana, coinvolgendo le famiglie nelle strategie e nei programmi educativi delle scuole”. 
Serena Baronchelli


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