PAVIA. Niutta (Ncd): “Pavia è un laboratorio politico da tenere come modello per il nazionale”

Creato il 05 dicembre 2014 da Agipapress
PAVIA. Il Nuovo Centro Destra pavese è una sorta di “realtà laboratorio” da tenere in considerazione da parte dei vertici del partito. NCD dovrebbe rispecchiare quei valori di unione e compattezza che potrebbero risollevare l’Italia, aiutandola a dimenticare il periodo difficile che sta attraversando.  Questo il pensiero di Nicola Niutta, che rappresenta il Ncd in consiglio comunale. “NCD è nato come alternativa al Centrodestra tradizionale – precisa - non vi è alcuna oligarchia, è un partito che nasce dal basso. Le critiche ci arrivano sia da destra che da sinistra ma nessuno può dire che agiamo per convenienza, altrimenti ci sarebbe più utile metterci a fare opposizione stile Matteo Salvini, bastonando la maggioranza su qualsiasi argomento e ottenendo maggiori consensi”.  “Quella di Pavia è una realtà laboratorio, in cui il centrodestra è coeso – aggiunge Niutta - . Da una situazione come la nostra si può ripartire: l’elettorato di centrodestra al momento non ha certezze. Mi auguro che a livello nazionale si possa prendere come esempio ciò che succede a Pavia”.
Quindi come vi rapportate con la sinistra a Pavia?
“L’attuale sinistra sta riportando anche a Pavia una concezione comunista e interventista all’interno della cosa pubblica –risponde il consigliere - Invece di aprirsi al privato, come le disposizioni attuali governative prevedono, si tende ad aumentare il numero delle società partecipate. Renzi sta cercando di passare da 8.000 a 1.000, a Pavia si vorrebbe addirittura aumentarle”.

Una “realtà laboratorio”, quella di NCD, che potrebbe rivelarsi preziosa per il sindaco Depaoli, privo secondo Niutta del necessario vigore per governare una città. 
“Questa giunta potrebbe arrivare alla fine del mandato perché il sindaco non ha il polso della situazione – commenta il consigliere Ncd - a comandare sono altri elementi che gli girano attorno. Purtroppo per lui si è esposto poche volte ed è sempre stato smentito dalla sua maggioranza: pensiamo al Pgt e al numero di assessori”.
Le presunte spaccature che hanno recentemente colpito il partito a livello nazionale sono invece voci destinate a soccombere dinanzi ai fatti, almeno secondo il consigliere pavese. 
“Tutti se ne dimenticano – esordisce - ma le larghe intese non sono state volute da Angelino Alfano, bensì da Silvio Berlusconi, che si è poi voluto allontanare per un suo problema personale. A me non piace Matteo Renzi e sono l’ultimo che si accosterebbe a una mentalità di sinistra ma comprendo che in quel momento ci fosse la necessità di tenere in piedi un Governo che non sembrava poter percorrere altre strade. Presto avverrà una presa di coscienza generale: siamo di fronte a un governo politico e non di larghe intese”.
a cura di Serena Baronchelli

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