PAVIA. (pv). Monsignor Angelo Ramazzotti ex vescovo di Pavia e fondatore PIME è “Venerabile”.
Creato il 09 gennaio 2016 da Agipapress
PAVIA.
Tra i dodici Servi di Dio che Papa Francesco il 14 dicembre scorso ha
riconosciuto “Venerabili” ci sono anche due figure significative soprattutto
per la comunità pavese: Teresio Olivelli (1916-1945) e monsignor Angelo
Ramazzotti (1800-1861) il fondatore del Pontificio Istituto Missioni Estere e
Vescovo di Pavia per otto anni.
Milanese
di nascita, Angelo Ramazzotti si laurea in giurisprudenza all’Università di
Pavia. Ordinato sacerdote nel 1829, lo stesso giorno entra tra gli Oblati
missionari di Rho, congregazione che si dedica alla predicazione del Vangelo
nelle missioni popolari.
Nel 1850, in una casa ricevuta in eredità, monsignor Ramazzotti crea a Saronno il
Seminario lombardo per le missioni estere che nel 1929 prenderà il nome di
Pontificio Istituto Missioni Estere.
Ramazzotti
saluta nel 1852 il primo gruppo di missionari che partirà per la Melanesia
(l’odierna Papua Nuova Guinea). Lui intanto viene consacrato vescovo a Roma il
30 giugno 1850 dal Cardinale Giacomo Filippo Fransoni Prefetto della Sacra
Congregazione di Propaganda Fide, e nominato vescovo di Pavia dove entra la
sera del 28 settembre dello stesso anno.
Nella
città di Pavia si preoccupa di ammalati, poveri, fanciulli recandosi a visitare
l'ospedale e i vari Istituti di beneficenza.
Nel 1853 sposta a Pavia, nel
palazzo vescovile, gli orfani di Saronno trasferiti poi nella tenuta “Casoni” a
Torre de' Negri. Intanto l'anno prima, aveva aperto nello stesso palazzo
vescovile la prima scuola di carità.
Sotto
Ramazzotti, nel 1851, ritorna a Pavia la Serva di Dio Benedetta Cambiagio che,
accusata ingiustamente, fu costretta a lasciare circa 13 anni prima la Casa
delle Derelitte, sorta nel 1826 con lo scopo di raccogliere le fanciulle più
abbandonate.
Nel 1852 per l'istruzione ed educazione della gioventù femminile,
Ramazzotti apre a Pavia una “Casa delle Madri Canossiane” trovando piena
corrispondenza nella Madre Luigia Grassi. Nel 1856, apre presso le Madri
Canossiane una scuola per sordomute e nello stesso anno apre anche un collegio
vescovile per ginnasio-liceo per favorire le vocazioni sacerdotali.
Nel
1853, istituisce il tribunale ecclesiastico diocesano per le cause
matrimoniali. Prima ancora, nella curia vescovile, aveva aumentato le aule
curiali; aveva posto in ordine l'archivio; aveva migliorato la tenuta “Casoni”,
della mensa vescovile, tanto che quei casolari sono detti, ancor oggi: “Cascina
Ramazzotti” in sua memoria. Nel 1855 si terminano i lavori nella cattedrale
iniziati tre anni prima.
Nel
settembre 1854 monsignor Ramazzotti conforta gli ammalati di colera e nel 1857
le vittime dell'inondazione del Ticino e del Po. Pochi giorni prima della
morte, sopraggiunta il 24 settembre 1861, quando venne a sapere che il Papa voleva
farlo cardinale scrisse così al cardinale Antonelli, Segretario di Stato: “Dica
al Santo Padre che non mi faccia cardinale, il denaro (per procurarmi l'abito
da cardinale ndr.) mi serve per altro”. Gli serviva per i poveri.
Nel
1958 le sue spoglie furono traslate a Milano nella chiesa del Pime dedicata a
San Francesco Saverio. In quella circostanza, il futuro Giovanni XXIII, a
quell’epoca suo successore come patriarca di Venezia, aveva espresso la
convinzione che “davvero il titolo di santo gli convenga e di santo da altare”.
Con l’atto firmato da Papa Bergoglio il 14 dicembre 2015, quell'auspicio
comincia a diventare realtà.
Emanuele
Gallotti