PAVIA. Quando la cura, è peggio del male: la strada dell'argine è un pericolo per chi transita. E la Polizia Stradale indaga.
Creato il 14 ottobre 2015 da Agipapress
PAVIA. Quando la cura è peggio del male: la strada dell’argine
rappresenta un pericolo per la viabilità ed è un problema che si è creato a
seguito della decisione di chiudere la via Milazzo per problemi di consolidamento
della riva.
Ora che i lavori della riva sono terminati, la logica conclusione
sarebbe che il Comune ripristinasse il doppio senso di marcia in via Milazzo ed
evitasse di mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini che transito sulla
strada dell’argine che non è una “strada” bensì una pista di servizio. Anche per evitare il concorso di colpa, in caso di incidente.
Queste le conclusioni al termine della conferenza stampa
convocata dalle opposizioni consiliari e da Azione Democratica oggi pomeriggio
in Comune per fare il puto della situazione all’indomani della denuncia
presentata dai consiglieri e da AD alla Polizia Stradale.
Ed è la Polizia Stradale ad aver comunicato alla consigliera Melania Lanave che
sono stati avviate subito le indagini ed è stata richiesta documentazione al
Comune.
Questa l’unica novità che emerge da ieri, in questa
complessa vicenda che è stata riassunta oggi ai giornalisti dai consiglieri
Antonio Bobbio Pallavicini (FI), Melania Lanave (FI), Rodolfo Faldini (Civica
Pavia con Cattaneo), Nicola Niutta (NCD) e Matteo Mognaschi (LN) e da Fabrizio
Protti presidente di Azione Democratica.
Bobbio Pallavicini in conferenza stampa ha ricordato come
le forze di opposizione e AD si sono prodigate per risolvere il problema aperto
dall’adozione del senso unico in via Milazzo dopo che erano pervenute le segnalazioni
dei cittadini e grazie all’opera di indagine svolta da Azione Democratica, che
aveva operato una approfondita ricerca tecnica, si è arrivati all’ultima
decisione in ordine di tempo con la denuncia alla Polizia Stradale.
Melania Lanave ha ricordato invece che all’assessore
Lazzari erano state rivolte diverse sollecitazioni affinché desse risposte in
merito ai dati raccolti e che avevano motivato, a suo dire, la decisione dell’adozione
della “sperimentazione” del senso unico in via Milazzo; ma Lanave ha affermato
che l’assessore alla mobilità non ha mai risposto fornendo sempre dati spesso
scoordinati e contrastatnti. Concludendo, a proposito dell’incidente su via
dell’argine del 5 ottobre, che nessun intervento è stato fatto quella sera e a
parte il sorriso dell’assessore, il sindaco non ha proferito parola a commento
dell’incidente.
Fabrizio Protti ha riassunto la complicata vicenda
normativa ricordando che la strada dell’argine in realtà è una pista di
servizio e che la situazione creatasi dopo la decisione di far transitare da lì
il traffico in entrata diretto a via Trichera e via Milazzo, ha creato i
presupposti per un corto circuito normativo fra il rispetto delle indicazioni
fornite dal Codice della Strada e quelle indicate dal Testo Unico 523/1904; per
il primo una strada del genere deve essere messa in sicurezza perché manca dei
requisiti considerati indipensabili per un transito sicuro; per il secondo, non
si può toccare nulla delle opere arginali da parte del gestore (il Comune) per
ovvie ragioni di sicurezza legata all’uso che si fa delle piste di servizio o
vie arginali.
Rodolfo Faldini ha riproposto una considerazione che era
stata sua fin dall’inizio e che oggi, a lavori conclusi alla riva, torna di
attualità e di particolare rilevanza: se la chiusura della via Milazzo era stata
determinata dalla necessità di mettere in sicurezza la riva del fiume su cui
insiste la via Milazzo, dal momento che i lavori sono conclusi, risulta
decisamente inutile continuare nella sperimentazione (che fra l’altro era stata
indicata conclusa per novembre) e sarebbe ora che il Comune si togliesse dall’imbarazzo
di una situazione pericolosa creatasi sull’argine, ripristinando il doppio
senso di marcia in via Milazzo, n quanto, ormai resa sicura.
Nicola Niutta ha oltre a condividere quanto esposto dai
consiglieri e da Protti, ha ricordato come la sinergia con Ad e con tutte le
forze di opposizione è stata la prova che l’opposizione si muove non per fare
un’opposizione sterile e a prescindere, ma costruttiva e facendo attenzione alle
esigenze dei cittadini.
Per finire Matteo Mognaschi ha ricordato come questa
amministrazione comunale non abbia mai dimostrato l’abitudine ad ascoltare le
richieste dei cittadini e ha ribadito che questa giunta e questa maggioranza
preferiscono fare quadrato su questioni e tematiche ideologiche e non su
problemi pratici che investono la quotidianità del vivere della popolazione
pavese. E la prova sta ancora una volta nella decisione unilaterale di
pedonalizzare a spot, da parte dell’assessore alla mobilità senza un precedente
piano preventivamente studiato e discusso con le forze presenti in Comune e
rappresentanti della cittadinanza.
Alla conferenza stampa erano presenti anche quattro
abitanti di via Milazzo tra cui Simone Magnino
e Micaela Monti che, in rappresentanza di chi abita in questa via, hanno
evidenziato che i dati raccolti dalle cosiddette sperimentazioni non sono valutabili
e quindi inutili per la verifica del transito, dal momento che ci sono evidenti
discontinuità e discordanza nella raccolta anche a causa di un posizionamento
scoordinato delle spire di rilevamento.
A conclusione Fabrizio Protti ha sottolineato la
correttezza delle considerazioni di Faldini commentando che sarebbe auspicabile
che l’amministrazione ritornasse sulla decisione e ripristinasse la situazione
precedente di via Milazzo dal momento che in caso di incidente, la stessa amministrazione
comunale potrebbe essere incriminabile per concorso di colpa avendo creato sulla
strada dell’argine i presupposti per una guida insicura.
E così si potrebbe
dire che la cura, adottata spostando di fatto il traffico da via Milazzo all’argine, si
rivelerebbe peggio del male, cioè quel paventato pericolo provocato dal
traffico da sempre a doppio senso in via Milazzo.