La mamma ha partorito all’indomani dello sfratto e ha iniziato ad allattare la piccola all’interno del villaggio. Oggi è malata e denutrita, senza speranze di poter provvedere adeguatamente alla bimba.
La seconda riguarda un giovane neosposo: ha subito un trapianto di fegato ed è costretto a girare con una mascherina per non respirare l’aria del dormitorio, per lui pericolosa senza possibilità di seguire la dieta per lui prescritta dal medico curante. Gli viene concessa solamente la possibilità di cucinare due volte a settimana, con un conseguente costante peggioramento del suo quadro clinico. La moglie racconta che un assistente sociale gli avrebbe addirittura intimato di lasciare il villaggio per recarsi in un dormitorio aperto solo la notte.
Il sindaco Massimo Depaoli e l’assessore alle politiche sociali Alice Moggi hanno colloquiato a lungo con il comitato, promettendo il massimo impegno per risolvere la situazione.
Il villaggio San Francesco, nato come struttura per affrontare il disagio sociale, è oggi principalmente abitato da famiglie sfrattate e migranti minorenni non accompagnati. Pare ci siano in lista d’attesa 300 nuclei familiari a fronte di 900 domande per alloggi popolari.
La convivenza fra decine di persone diverse fra loro impedisce il riposo dei bambini e genera litigi. Cinque persone per stanza, nessuna possibilità di avere acqua calda dopo le 21 e condizioni igieniche non buone, : alcuni casi di infezione sono stati recentemente accertati dal Policlinico San Matteo. E oltre a ciò, ferrei orari di ingresso e uscita, videosorveglianza, guardiani che accedono alle stanze, nessuna possibilità di ricevere visite. Questo il quadro della situazione, a fronte di un aumento spropositato dei minori stranieri non accompagnati.
L’assessore Moggi ha garantito che cercherà una soluzione da subito anche se, come ammette sul suo profilo Facebook, “purtroppo le speranze che questo accada sono molto ridotte e la realtà è che si trovano in una condizione di grave disagio e senza risorse. Anche le Istituzioni faticano a garantire loro i supporti minimi”.
a cura di Serena Baronchelli