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PAVIA. "Serve un rinnovato impegno in favore della vita umana". Il Vescovo Sanguineti alla "Giornata per la vita".

Creato il 10 febbraio 2016 da Agipapress

PAVIA.

(immagine dal sito santagostinopavia.wordpress.com)

PAVIA. Come in tutta Italia, anche a Pavia in San Pietro in Ciel d’Oro con una veglia presieduta dal Vescovo monsignor Sanguineti, si è celebrata sabato scorso la 38esima edizione della “Giornata per la vita” sul tema “La misericordia fa fiorire la vita”.  Il Papa all’Angelus aveva sottolineato l’importanza di questa ricorrenza unendosi ai vescovi italiani “per auspicare da parte dei vari soggetti istituzionali, educativi e sociali un rinnovato impegno in favore della vita umana dal concepimento al suo naturale tramonto”. Nella veglia che si è svolta a San Pietro in Ciel d’Oro,  alla testimonianza portata dai volontari e dalle famiglie aiutate, si sono aggiunte le riflessioni del Vescovo monsignor Corrado Sanguineti.  "Nelle varie testimonianze di questa sera - ha detto il Vescovo - abbiamo visto riaccadere, in vari modi, la stessa esperienza di una misericordia, incontrata attraverso volti e persone, nella scoperta che c’è qualcuno che si prende cura di noi, ci accoglie, ci ospita e così fa rifiorire in noi la vita: ci rende capaci di non rifiutare la vita, in situazioni drammatiche o di solitudine, ridesta la possibilità del perdono e di nuove relazioni nel tessuto della famiglia, riapre strade per un futuro più bello, a misura del nostro cuore, là dove tutto sembrava perduto”. “Carissimi amici, diciamo allora grazie per il dono delle testimonianze di questa sera, e per tutto il bene che cresce nella nostra Diocesi in tante realtà che formano “il popolo della vita”: davvero sono impressionato – ha concluso il Vescovo -, in queste prime settimane in cui comincio a conoscere le realtà di servizio, di accoglienza e di cura della vita. Quanti modi di servire e di far rifiorire la vita: la vita rifiutata nel grembo di una donna, magari sola e abbandonata, la vita di ragazzi e giovani che provengono da famiglie disgregate e quasi inesistenti, la vita di persone emarginate, scartate, segnate da handicap, da povertà estrema, da mancanza di lavoro e di affetti, la vita dei malati e degli anziani, nei nostri ospedali, nelle case di cura – a volte dimenticati dai loro stessi familiari – nelle loro case piene di silenzio e di solitudine".
Filippo Cavazza

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